George Tatge e la sua Italia Metafisica in mostra alla Galleria Bertoia

Pordenone – Raffigurano segni, simboli e geometrie sacre, ispirate dall’Italia “costruita”, e cioè, dall’opera dell’uomo, le immagini del grande maestro della fotografia in bianco e nero George Tatge raccolte nella grande mostra “Italia Metafisica”.

L’esposizione è stata presentata alla stampa venerdì 17 ed è aperta da domani, sabato 18 marzo, fino al prossimo 30 luglio alla Galleria Harry Bertoia di Pordenone.

Non solo architettura, ma anche edifici minori e manufatti di ogni tipo che l’uomo lascia dietro di sé. Metafore e misteri dell’abitare temporaneo nei luoghi, e dell’inevitabile passaggio oltre.

Tatge propone una nuova serie di 66 fotografie eseguite in tutta l’Italia, sul tema delle tracce dell’operare dell’uomo sul territorio, su ciò che egli genera, produce, talvolta abbandona.

Il rapporto tra Natura e Uomo – già esplorato in passato da fotografo nato a Istanbul nel 1951 da madre italiana e padre americano, che ha scelto oltre 40 anni fa, di vivere in Italia – lascia il posto a un solo protagonista, l’uomo, e ai suoi interventi sul territorio, con tutti i significati sociali, industriali e religiosi che comportano.

Ecco allora frammenti di realtà, giustapposizioni bizzarre e surreali, aperte, grazie all’ambiguità del contenuto, all’interpretazione di chi guarda. Alcuni spazi ritratti da Tatge possono ricordare le visioni dei pittori che hanno lavorato nel primo Novecento, ma il termine Metafisico è stato scelto, in questo caso, per sottolineare l’intento dell’autore di utilizzare un luogo fisico per esprimere un concetto astratto o un particolare stato d’animo.

Particolarità della mostra allestita alla Galleria Harry Bertoia di Pordenone è l’esposizione in una grande stanza di 132 particolari estrapolati dalle 66 immagini in mostra.

Tatge fotografa ancora con la sua Deardorff 13 x 18cm, una macchina leggendaria a soffietto che produce negativi in bianco e nero di grande formato che vengono stampati dall’autore in camera oscura: dai negativi è stato possibile estrarre dettagli che si presentano quasi come immagini nuove, quasi una “mostra nella mostra”: “come il mondo che si apre all’esplorazione dei fotografi, la singola fotografia può contenere un mondo di immagini”, spiega il fotografo.

Il volume legato alla mostra, edito da Contrasto, ha vinto un premio IPA della Lucie Foundation di N.Y. nel 2015 e il Premio Ernest Hemingway 2016 di Lignano Sabbiadoro.

“La mostra risponde perfettamente al modello culturale “Made in Pordenone”, un mix di iniziative prestigiose e di taglio più popolare, di eventi internazionali e valorizzazione delle tante risorse artistiche locali”.

“Vogliamo sviluppare una cultura a 360 gradi – spiega il sindaco Alessandro Ciriani – il che significa proporre sia eventi legati all’aggregazione e alla tradizione, sia iniziative di alta caratura che rappresentano il biglietto da visita della città e richiamano gente da fuori. A questa seconda categoria appartiene certamente la mostra di Tatge”.

“Abbiamo conosciuto Tatge l’anno scorso a Lignano come vincitore del premio Hemingway – aggiunge l’assessore alla cultura, Pietro Tropeano – e abbiamo ammirato le sue foto, tanto da decidere di esporle a Pordenone, città che già nel recente passato ha ospitato mostre di grandi fotografi. Ma questa esposizione è anche l’occasione per dare contemporaneamente visibilità ai tanti fotografi affermati dell’area pordenonese. Già all’interno della mostra di Tatge ci sarà un evento collaterale firmato da Guido Cecere. Ed è intenzione del Comune valutare prossimamente l’apertura dei prestigiosi contenitori culturali cittadini anche ad altri grandi fotografi locali come Danilo Rommel, Euro Rotelli, Italo Zannier” conclude.

La mostra è organizzada dal Comune di Pordenone-Assessorato alla Cultura in collaborazione con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, il contributo di Fondazione Friuli, il sostegno di Crédit Agricole Friuladria e Itas Assicurazioni.

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