“Libera Nos A Malo” personale di Roberto Del Frate all’Atelier Home Gallery

Trieste – S’inaugura giovedì 9 marzo alle ore 18.30 presso la galleria d’arte Atelier Home Gallery, la personale Libera Nos A Malo: l’immagine infranta di Roberto Del Frate a cura di Matilde Tiriticco.

La mostra è la riflessione, raccontata tramite l’esperienza espositiva, su un fatto di cronaca di recente avvenimento subito dall’artista stesso: si tratta del furto d’arte su commissione accaduto ad Izola presso la galleria d’arte “Plac Izolanov” ai danni della mostra “Libera Nos Malo” in data 31 gennaio 2017, che ha visto la scomparsa di cinque tele e lo sfregio di una sesta del pittore Roberto Del Frate.

Proprio da questo vulnus parte la riflessione dell’artista veneziano, ma residente a Trieste, sulla paternità, sull’immagine e sulla riproducibilità dell’opera d’arte e della creazione pittorica definita dall’hic et nunc. Le immagini che sono state infatti protagoniste delle opere derubate verranno riprodotte secondo diverse tecniche di riproduzione, appartenenti a diversi gradi di similarità rispetto alla pittura e all’originale.

Partendo dal medium meno fisico e materiale e quindi più distante dalla realtà materica propria della pittura, un’opera verrà proiettata come video, rendendo la stessa una presenza virtuale che grava leggere sulle pareti con la stessa greve lievità nella memoria e nei sentimenti dell’artista.

Il secondo livello di ripresa delle forme e dei soggetti sottratti consisterà nella stampa fotografica dei lavori, che diverranno sindoni – il contrappasso di una mostra dedicata alla presenza del Male fra gli officianti di Dio – di una violenza subita dall’artista. Tramite la loro geometrica e misurata separazione in sezioni equivalenti, diverranno come celle isolate in cui imprigionare e controllare a piccole dosi il dolore della perdita.

Il livello più intenso e più efficace di questa narrazione catartica consisterà nella vera e propria ricreazione dell’opera, della tela prediletta da Roberto Del Frate, questa creatura ritrova luogo e calore all’interno dello spazio che gli ha dato vita, è simbolicamente “ritornata” a casa. Un’azione che ribadisce il potere evocativo dell’arte figurativa, proprio storicamente della pittura prima e prerogativa delle fotografie dopo.

Una nicchia espositiva a parte presenterà l’opera sfregiata, l’immagine infranta, restaurata dal pittore stesso. Alle antiche presenze artistiche superstite dell’evento del 31 gennaio, testimoni muti dell’avvenuto, si affiancano nuove presente realizzate su tela proprio per la mostra, che invece vogliono parlare, urlare la rabbia del pittore stesso: le figure dalle bocce spalancate, luoghi di risonante nonmateria, scuotono l’osservatore facendone vibrare la coscienza nel profondo.

Il segno portato al minimo, all’essenziale, diventa confine aleatorio delle campiture di colori e accesi e pieni di vita, di forza e di voglia reagire alla perdita e allo sgomento, scevri di fronzoli e distrazioni dal messaggio nudo e crudo, spontaneo e prezioso, che l’artista Roberto Del Frate vuole riporre nelle mani dello spettatore.

Opere che letteralmente parlano di rabbia, amore, vita, arte, passione e sgomento, che dimostrano la
serietà con cui l’artista si avvicina, studia e maneggia il linguaggio dell’arte e della pittura, presentate in una mostra breve e caosmotica come la vita stessa.

Il concetto alla base della mostra e della serie “Libera Nos A Malo” nasce principalmente da una ricerca dell’autore sull’ambiguità e sulla ambivalenza di un soggetto scelto e sulle sue possibili variabili e contraddizioni.

L’interesse verso la sfera della religione e sul connotato che essa stempera sulla vita sociale degli individui, e la sua influenza diretta o meno negli usi e costumi di questi ultimi, sono i temi di fondo di questo corpus di opere.

Questa serie, nata come è solito essere per Roberto Del Frate, da un gran numero di bozzetti e disegni preparatori iniziali, abbina, difatti, alle prime opere più pacate, abilmente giocate sul filo della parodia e della satira estetica, dipinti via via più connotati e rigorosi, fino ad una diretta e feroce denuncia sociale. Il tutto, come detto, sempre nel bilico di un’ambiguità dichiarata e variopinta, che fa uso di colori netti e decisi per delinearne le situazioni allo spasimo.

Sono i personaggi, quelli che animano questi dipinti, ad essere sempre protagonisti essenziali della scena. Dai loro sguardi, dalle loro azioni, dal loro modo di porsi sul palcoscenico immaginario delle tele, l’osservatore deve dare una risposta alla domanda che Interrogativamente e spietatamente l’autore snoda nella sua serie di dipinti: da quale Male dobbiamo essere liberati o liberarci? E chi, soprattutto, lo raffigura in Terra?

Il risultato è una serie di opere di varia dimensioni, con una iniziale coppia di dipinti su tela di medie grandi dimensioni di grande originalità, che introducono, come dicevamo, il tema come una sorta di revisione fiabesca della religione e dei suoi officianti. Perché lo sguardo dell’Autore è puntato soprattutto, anzi diremmo, quasi sempre, verso l’uomo ed i suoi limiti temporali e naturali, alle prese con pensieri, riti ed astrazioni che non riesce a governare e che si possono in qualunque momento rivoltare verso di lui.

Dipinti interrogativi, ma anche forti e decisi, dalla granatura stilistica elevata e radiosa, ricchi di spontaneità e decisione, a volte coraggiosi nella tematica proposta. Una serie che si propone inoltre di transizione nella stessa stilistica dell’autore, che si adopera nella sua ricerca dell’ambiguità, del doppio risvolto che alberga in ogni cosa ed in ogni tema, sia esso spirituale, etico o meramente artistico.

La mostra resterà aperta fino al 12 marzo 2017.
Atelier Home Gallery, Palazzo Panfili, Via della Geppa 2 (III piano), Trieste
Orario di visita: da giovedì a domenica, 18 – 20 o su appuntamento info@atelierhomegallery.org
+39 348 9278461

[Serenella Dorigo]

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