È morto a Trieste lo scrittore, drammaturgo e regista teatrale Giorgio Pressburger

Trieste – È morto il 5 ottobre a Trieste lo scrittore e drammaturgo Giorgio Pressburger. Era nato a Budapest nel 1937 da genitori ebrei. La sua famiglia fu perseguita dai nazisti, ma durante la seconda guerra mondiale riuscì a sfuggire ai lager.

Dopo l’invasione sovietica del 1956, la famiglia lasciò l’Ungheria fuggendo fortunosamente a Roma.

Nella capitale si diplomò all’Accademia d’arte drammatica. Pressburger è stato un intellettale e artista eclettico: autore radiofonico e televisivo, ha scritto testi teatrali, di cui ha talora anche curato la regia (La Patria; Le tre madri; Eroe di scena; Messaggio per il secolo).

Ha pubblicato numerose opere tra cui La legge degli spazi bianchi (1989), Il sussurro della grande voce (1990), Denti e spie (1994), La neve e la colpa (1998, Premio Viareggio), L’orologio di Monaco (2003, da cui nel 2014 il regista Mauro Caputo ha tratto il fim omonimo), Sulla fede (2004, da cui nel 2016 Mario Caputo ha tratto il documentario Il profumo del tempo delle favole, presentato nello stesso anno alla Mostra del cinema di Venezia), Nel regno oscuro (2008), Storia umana e inumana (2013), Racconti triestini (2015) e Don Ponzio Capodoglio (2017).

È stato ancheegista cinematografico (Calderon, 1981, Premio della critica Internazionale al Festival di San Sebastian; Dietro il buio, 2011).

Con il fratello gemello Nicola ha scritto i racconti Storie dell’ottavo distretto (1986) e il romanzo L’elefante verde (1988).

Da ricordare la sua passione per il teatro lirico e l’operetta, per i quali fu regista di numerose produzioni anche al Teatro Verdi di Trieste.

Collaboratore di numerosi quotidiani nazionali, Giorgio Pressburger è stato ideatore e direttore artistico del Mittelfest (1991-2003) e direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Budapest (1998-2002).

“Perdiamo un grande europeo, un testimone di quello che può essere il peggio e il meglio della nostra casa comune, un creatore infaticabile. Il ricordo delle conversazioni avute con lui resta tra le mie esperienze più umanamente ricche e intellettualmente stimolanti”.

 Così la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani.

Per la governatrice “la nostra Regione deve molto a Pressburger che, con quella che è stata una vera e propria sua ‘invenzione’, il Mittelfest di Cividale, ha spinto il nostro territorio a svolgere un ruolo di attiva intermediazione culturale con l’Est prima della caduta della Cortina di ferro, trasformando la Mitteleuropa da ipotesi letteraria in pratica umana e culturale”.

“Il Friuli Venezia Giulia rende onore alla persona, all’intellettuale, al cosmopolita dalle molte radici e anche all’uomo che non schivò l’agone politico. Sono convinta che la traccia da lui lasciata apparirà sempre più chiara: Pressburger ha realmente contribuito a tracciare la fisionomia culturale della nostra regione, e lo ha fatto – ha concluso Serracchiani – ad un livello internazionale”.

“Da oggi Trieste si sente più povera sotto il profilo culturale. Lo ricordo con grande affetto e desidero esprimere il mio cordoglio e quello della nostra città ai suoi famigliari”.

Con queste parole il sindaco Roberto Dipiazza ha voluto ricordare la scomparsa Giorgio Pressburger, che “ha fatto della nostra città la sua casa, contribuendo ad elevare il ruolo e il fascino culturale di Trieste nella sua anima mitteleuropea”.

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