Personale dell’artista Francesco Demundo con “Il titolo è in corso d’opera”

Trieste – S’inaugura, domenica 26 marzo 2017, alle ore 19, a Trieste, presso la Trattoria ai Fiori, una mostra dell’artista Francesco Demundo, composta da quattordici opere.  La mostra, intitolata “Il titolo è in corso d’opera”, sarà introdotta da Enzo Santese.

L’esposizione pensata da Demundo fin dal titolo suggerisce ironia e allo stesso tempo rendere un voluto omaggio al “Dadaismo” che proprio nel 1916 vedeva la sua comparsa sulla scena artistica Europea, movimento artistico concettuale che non ha ancora esaurito del tutto il suo potenziale espressivo.

In questo senso Demundo rende omaggio a tre persone che hanno segnato in maniera indelebile il periodo “Dada”, a cominciare da Marcel Duchamp e i suoi ready made, passando da Man Ray, per approdare a Erik Satie.

Come scrive Enzo Santese, Demundo “interpreta la ricerca come una continua ricognizione nel passato dove preleva argomenti e motivi per l’innesco di una riflessione critica sulla contemporaneità”.

Queste poche parole segnano tutto il percorso di Francesco Demundo: l’attenzione per la storia, la citazione “rettificata”, l’amore per l’oggetto, il motto di spirito, la battuta che si contrappone all’immagine.

L’assunto è facile e il riferimento più immediato è con il più grande inciampo della storia dell’arte del Novecento corrisponde all’avventura Dada: in primis le regole del caos e del gioco che hanno fermato ogni perplessità, ogni dubbio, ogni interrogazione.

In questo modo, la testimonianza di Marcel Duchamp che ha saputo spostare l’ago della bilancia dal fare al pensare, ha lasciato tracce profonde che hanno poi sfiorato anche le sponde della pop art (pensiamo agli assemblaggi e ai combine-paintings di Rauschenberg e Johns), mentre oggi, toccano i fantasmagorici teatri della realtà di Demundo.

Infatti, è nella tecnica del collage e del ready-made “rettificato” che hanno trovato humus fertile le radici della sua opera, ovvero in quel fondamento della coscienza in cui la storia diviene soltanto ineluttabile presenza dell’essere, dell’essere qui e ora, senza possibilità di vero giudizio.

È nella tattilità dei materiali impiegati che si constata come in tempi di devastazione delle speranze, di annunci apocalittici e di cronache d’incombente catastrofe, la sua opera rimanga testimonianza e argine della storia.

Nel recupero del relitto, dello scarto, e nella casualità di questi incontri, non c’è un vero godimento estetico, ma un muro e un limite da intendere come coscienza divorante di abisso e precipizio. Il messaggio dell’autore non è dentro le cose, è nelle cose, e ambiguamente le occupa e le respinge.

L’iniziativa è stata realizzata con il sostegno dell’Associazione Juliet. La mostra sarà visitabile fino al 15 maggio 2017. Il rinfresco del vernissage viene offerto da Villa Parens di Giovanni Piatti e da Girardi Spumanti.

Orario di apertura: da martedì a sabato, pranzo e cena.

Per ulteriori info: 329 2229124.

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