Si complica la partita Italia-Francia per l’acquisizione di Stx France da parte di Fincantieri

Monfalcone (Go) – Si complica l’acquisizione di Stx France da parte di Fincantieri. Nella conferenza di presentazione dei risultati economici di gruppo per il primo semestre 2017, svoltasi il 26 luglio, l’amministratore delegato aveva definito l’operazione “un obiettivo industriale e non politico”.

Di fatto però è una questione politica, in quanto tra gli azionisti ci sono due Stati, per di più in forte concorrenza tra loro su svariati fronti.

Lo Stato francese detiene attualmente, dopo l’ingresso nella società del 2008 durante la presidenza Sarkozy, un terzo del capitale sociale e ha un diritto di prelazione sul restante, detenuto dalla sudcoreana Stx che è fallita e lo ha venduto all’asta.

La partecipata statale italiana è stata l’unica offerente e si è aggiudicata preliminarmente i due terzi di capitale messi in vendita.

Fincantieri aveva acquisito dal Tribunale di Seul il 66,66% della società Stx Francia che gestisce i cantieri francesi, ma l’accordo che aveva raggiunto con Hollande per l’assetto societario della stessa Stx (che prevedeva la maggioranza assoluta in mani italiane, fra Fincantieri e Fondazione CrTrieste) è stato messo in discussione dal nuovo presidente Emmanuel Macron, che ha chiesto di ridiscuterlo.

In particolare Macron ha deciso che lo Stato francese debba mantenere almeno il 50% del capitale sociale.

Conseguente la levata di scudi da parte di Fincantieri. Così Bono: “siamo italiani ed europei ma non possiamo accettare di essere trattati meno dei coreani”.

La mossa successiva del ministro dell’Economia Bruno La Marie è stata quella di nazionalizzare i cantieri navali Stx di Saint Nazaire a ridosso della scadenza (sabato 29 luglio) per consentire a Parigi di esercitare il proprio diritto di prelazione nell’acquisto dell’azienda.

 

Martedì 25 luglio il governo italiano aveva dato “ampia disponibilità” davanti alle richieste francesi di modificare l’accordo chiuso con il precedente governo di Parigi per l’ingresso di Fincantieri in Stx, purché permanessero due requisiti: la maggioranza in mano all’azienda italiana e il “casting vote”, ovvero il voto decisivo in cda in caso di stallo sulle decisioni.

I rappresentanti del governo francese non hanno però voluto accettare nessuna delle soluzioni di modifica prefigurate ed hanno proseguito sulla via della nazionalizzazione.

Da parte di Fincantieri si vuole la certezza di poter gestire sul piano industriale i cantieri; i francesi da parte loro vogliono conservare la minoranza di blocco in Stx France.

La partita è tuttora aperta: un incontro tra i ministri italiani dello sviluppo Carlo Calenda e dell’economi Pier Carlo Padoan con il ministro dell’economia francese Bruno Le Maire è previsto per lunedì.

Si tratta della più importante acquisizione italiana in Francia degli ultimi decenni, primo passo per la creazione di un grande polo europeo della cantieristica in grado di competere sullo scenario globale.

E di “creare ulteriormente valore” con la combinazione di Fincantieri e Stx France, come ha ribadito l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, definendola “condizione imprescindibile” per la nuova intesa.

Un accordo sull’acquisizione è ancora possibile pur se in un canale molto stretto. In gioco infatti ci sono grosse commesse nel settore militare, strategico nel contesto delle nuove strategie europee di difesa comune.

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