Prima sì poi no, smentito il rientro al lavoro dei portuali di Trieste no Green pass. Foto e video

Trieste – Smentisce il rientro al lavoro l’ultimo comunicato stampa diramato dal CLPT (Coordinamento lavoratori porto di Trieste). La protesta non si ferma.

C’è stata infatti una rettifica, una precisazione da parte del portavoce Stefano Puzzer che chiariva sulla notizia della ripresa del lavoro da parte dei lavoratori portuali a partire da domani. Notizia smentita. Lo sciopero proseguirà almeno fino al 20 c.m. Rimane confermato, per ora, l’incontro per il 30 ottobre a Roma con i rappresentanti di Governo.

Nella serata di sabato 16 ottobre il Coordinamento dei lavoratori portuali con una nota aveva annunciato il rientro al lavoro da domani, domenica 17 ottobre. La nota precedente è stata poi rettificata.

“Questa prima battaglia l’abbiamo vinta – si legge nella nota del Clpt – dimostrando la forza e la determinazione dei lavoratori portuali e di tutti coloro che li hanno affiancati e sostenuti nella difesa della democrazia e della libertà individuale”, ma occorre “fare un passo in avanti assieme alle migliaia di persone e gruppi con cui siamo entrati in contatto in questi giorni”, dunque “da domani torniamo al lavoro – chi può – (per i portuali dal primo turno di lavoro del 17/10/2021) ma non ci fermiamo”.

“Se il 30 non otteniamo il ritiro del green pass bloccheremo tutta l’Italia” ha annunciato Stefano Puzzer, portavoce del Clpt, stasera.

Puzzer ha aggiunto: “Abbiamo parlato con un appresentante di governo, il 30 ottobre saremo alla Camera e al Senato senza creare confusione. Verranno con noi i rappresentanti di Vigili del fuoco, giornalisti e sanitari”.

Da parte sua il presidente dell’Autorità di Sistema portuale dell’Adriatico orientale Zeno d’Agostino in un’intervista al TGR andato in onda sabato ha preso una netta posizione contro le proteste, che ha definito “un circo”, ribadendo che il porto “deve lavorare”. L’Autorità rimarca che esiste una “maggioranza silenziosa” di addetti che rispetta l’obbligo del Green pass e si reca normalmente al lavoro. D’Agostino al TGR ha anche annunciato un suo incontro col Prefetto.

La protesta contro il Green pass era partita venerdì 15 ottobre ed era proseguita nella mattinata di sabato. I portuali triestini erano anche finiti sulla cronaca internazionale: il giornale USA The New York Times ha dedicato un articolo alla protesta, aggiungendo che l’Italia è uno dei Paesi in cui le misure anti-Covid sono più stringenti.

L’attività dello scalo venerdì 15 era comunque proseguita quasi regolarmente, anche se con qualche rallentamento.

Anche sabato i portuali avevano continuato a presidiare il varco 4 dello scalo di Trieste, ma sempre lasciando libero l’accesso. Una trentina di lavoratori sono presenti al presidio, con loro un centinaio di cittadini no Green pass che hanno in parte trascorso la notte sul posto.

Ieri venerdì 15 ottobre oltre cinquemila persone, tra portuali e comuni cittadini, si erano radunate pacificamente davanti al Varco 4 con slogan inneggianti alla libertà di scelta e contro il Governo Draghi.

“Non è giusto – avevano dichiarato i manifestanti – pagare per poter andare a lavorare, quando non esiste più una vera emergenza pandemica”.

Non era mancato il consueto coro di insulti contro i giornalisti della Rai, presenti con la troupe del TG3.

“La protesta va avanti fino a quando non tolgono il Green pass” ha annunciato Stefano Puzzer, leader del Coordinamento lavoratori portuali della città.

Ecco le sue parole dal presidio:

Durante la serata, grazie agli aiuti da parte dei cittadini triestini, il gruppo di portuali che sta tenendo attivo il presidio ha potuto mangiare praticamente gratis, poi ballare e cantare fino a quasi le due di notte, ora in cui una pattuglia dei carabinieri ha imposto l’abbassamento del volume della musica; poi la notte fredda, ma per fortuna non umida, che ha portato il silenzio abituale nello scalo.

Al sorgere del sole, krapfen, cornetti e caffè, sempre grazie agli aiuti dei cittadini Triestini e non, hanno permesso al gruppo di turno di rifocillarsi in allegria ed affrontare una nuova giornata di protesta.

Qualche canzone in dialetto ha suonato come sveglia e poi via a incontrare la stampa sempre al grido  di NO GREEN PASS o LA GENTE COME NOI NON MOLA MAI.  Nessun problema da parte delle forze dell’ordine che stazionano a 500 metri per controllare ed evitare disordini.

Nelle interviste si rimarcava la fermezza nel pretendere l’abbandono del Green pass come forma di controllo sanitario del covid, che i manifestanti ritenuto anticostituzionale e lesivo della libertà della persona.

Di seguito le foto:

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