Svolta nel caso Resinovich: il marito accusato di omicidio
Trieste – A più di tre anni dalla scomparsa di Liliana Resinovich, il caso giudiziario sembra giunto a un punto di svolta. La procura di Trieste indica il marito della donna, Sebastiano Visintin, come autore dell’omicidio. Secondo la ricostruzione della pubblico ministero Ilaria Iozzi, come esposta nella richiesta di incidente probatorio, l’uomo avrebbe aggredito e soffocato Liliana nel parco dell’ex ospedale psichiatrico, lo stesso luogo in cui fu ritrovato il corpo della donna il 5 gennaio 2022, avvolto in sacchi per la spazzatura.
Lo riportano il quotidiano locale di Trieste “Il Piccolo” di venerdì 23 maggio e l’agenzia di stampa ANSA.
La svolta arriva dopo anni di polemiche e incertezze, in cui la morte era stata inizialmente archiviata come un possibile suicidio, nonostante molte incongruenze. A rilanciare l’inchiesta sarebbe stata una nuova perizia medico-legale, firmata da Cristina Cattaneo e altri esperti, secondo cui la donna – minuta e fragile – sarebbe stata colpita, strattonata e infine soffocata il 14 dicembre 2021, giorno della sua scomparsa.
Decisivo, in questa nuova fase dell’indagine, potrebbe essere Claudio Sterpin, amico intimo di Liliana, con cui lei avrebbe voluto iniziare una nuova vita. La procura ha richiesto un incidente probatorio per ascoltarlo formalmente, a garanzia del valore probatorio della sua testimonianza.
Il fratello di Liliana, Sergio Resinovich, che fin dall’inizio aveva chiesto di non archiviare il caso come suicidio, ha più volte sollecitato una revisione degli atti, contribuendo a mantenere alta l’attenzione pubblica.
Se il giudice accoglierà la richiesta della procura, potrebbe aprirsi un processo che riscriverebbe del tutto la narrazione di uno dei casi più seguiti degli ultimi anni in Friuli Venezia Giulia.