Approvato il Ddl 59 “Disposizioni in materia di innovazione sociale per lo sviluppo e l’attrattività del territorio regionale”

Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato a maggioranza il disegno di legge 59, intitolato “Disposizioni in materia di innovazione sociale per lo sviluppo e l’attrattività del territorio regionale”. Ventisette voti favorevoli, diciotto astensioni e un solo voto contrario — quello di Open Sinistra Fvg — hanno segnato la fine di un iter che la maggioranza ha definito “storico”.

Per i gruppi che sostengono la giunta Fedriga, la nuova legge rappresenta uno dei provvedimenti più ambiziosi della legislatura. “È la più bella di questa legislatura”, ha dichiarato Carlo Bolzonello (Fedriga presidente), mentre Claudio Giacomelli (Fratelli d’Italia), Roberto Novelli (Forza Italia) e Antonio Calligaris (Lega) hanno parlato di una norma “moderna e di visione”. Soddisfatta l’assessore Alessia Rosolen, promotrice del testo, che ha parlato di “sfida accettata”, convinta che la legge porterà frutti concreti nei prossimi anni.

L’obiettivo: unire lavoro, formazione e benessere

Il DDL 59 ambisce a costruire un quadro integrato di interventi su lavoro, welfare e formazione. Le misure spaziano dal sostegno alle famiglie alla promozione dei giovani professionisti, fino al rilancio dei territori marginali.

Tra le principali novità figurano incentivi per il welfare aziendale, contributi per famiglie numerose, agevolazioni per l’acquisto o il recupero della prima casa e interventi per favorire la natalità, con l’abbattimento del mutuo in caso di nascite successive al secondo figlio.

Ampio spazio anche alla formazione: la norma finanzia percorsi di aggiornamento nei settori tecnologici e ad alta intensità di conoscenza, con particolare attenzione alla cybersecurity, e promuove programmi di formazione all’estero per giovani under 36.
Previsti inoltre 3,2 milioni di euro per potenziare i servizi per la prima infanzia, in particolare le Sezioni primavera, e interventi mirati nelle aree a rischio spopolamento.

Nomadi digitali e coesione territoriale

Uno degli elementi più innovativi è l’attenzione ai nomadi digitali e al lavoro agile, con progetti dedicati e investimenti in spazi di coworking. La Regione punta così a rendersi attrattiva per giovani professionisti e lavoratori qualificati.

Al centro del disegno di legge ci sono anche i patti territoriali: tavoli permanenti che riuniscono istituzioni, imprese, enti formativi e parti sociali per affrontare temi come il diritto all’abitare, le crisi occupazionali e l’evoluzione delle competenze richieste dal sistema produttivo.

Le critiche: “buone intenzioni, ma poca concretezza”

Pur riconoscendo l’impianto positivo, le opposizioni hanno espresso valutazioni articolate. La maggior parte — Pd, M5S, Patto per l’Autonomia-Civica Fvg e Alleanza Verdi e Sinistra — si è astenuta, parlando di una “apertura pro futuro” ma lamentando la bocciatura quasi totale degli emendamenti proposti.

Per Giulia Massolino (Patto per l’Autonomia-Civica Fvg), la legge avrebbe potuto integrare meglio i temi della mobilità sostenibile e della conciliazione tra tempi di vita e lavoro. Ha inoltre proposto di valorizzare il modello dei ricreatori triestini, spazi educativi comunali che promuovono socialità e inclusione. “Diffondere questo modello significherebbe investire nel futuro delle nostre comunità”, ha spiegato.

Massolino ha sottolineato anche la necessità di garantire mense scolastiche accessibili e di qualità nei servizi di post-scuola, e di incentivare la mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro come parte integrante del welfare territoriale.

Movimento 5 Stelle: nessuna misura a contrasto del lavoro povero

Rosaria Capozzi (Movimento 5 Stelle) ha motivato l’astensione come “un segnale di responsabilità e apertura”, pur evidenziando la mancanza di misure efficaci contro il lavoro povero e per l’aumento dei salari. “Le buone intenzioni ci sono — ha detto — ma servono politiche concrete per rafforzare la coesione sociale e la parità di genere”.

Open Sinistra Fvg: innovazione solo di nome

L’unico voto contrario è arrivato da Open Sinistra Fvg. Il consigliere Furio Honsell ha accusato la maggioranza di ridurre il concetto di innovazione sociale a uno slogan. “Innovazione significa benessere collettivo, inclusione e creatività”, ha dichiarato, criticando la scarsa attenzione al precariato, alla sostenibilità ambientale e ai lavoratori immigrati già presenti in regione.

Un laboratorio per il futuro

Nonostante le divergenze, la nuova legge potrebbe segnare un passo importante nella strategia del Friuli Venezia Giulia per trattenere giovani e competenze, contrastare lo spopolamento e rendere la regione più attrattiva. “Vogliamo creare le condizioni perché giovani e donne scelgano di costruire qui il proprio progetto di vita”, ha affermato l’assessore Rosolen.

I risultati dipenderanno in buona misura dalle modalità di attuazione della legge. Si vedrà quindi se l’innovazione sociale così strutturata dall’attuale maggioranza si tradurrà in una crescita nel benessere collettivo oppure resterà uno slogan politico.

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