Ornella Favero direttrice di “Ristretti orizzonti” a Trieste per parlare di giornalismo in carcere

Trieste – Le condizioni di detenzione in Italia, rese recentemente note anche da personaggi illustri, non sono degne di un Paese civile e non hanno i requisiti per promuovere la rieducazione delle persone condannate, così come sancito dall’art. 27 della nostra Costituzione.

C’è un mondo “dentro” — caratterizzato da sovraffollamento, strutture fatiscenti, scarsa possibilità di accedere alle cure, suicidi — che dev’essere raccontato per sensibilizzare l’opinione pubblica e accorciare le distanze col mondo “fuori”, anche con l’obiettivo di favorire il reinserimento di chi ha scontato la pena: a questo servono tra l’altro i giornali nelle carceri, nati grazie alla collaborazione di giornaliste e giornalisti che operano come volontari all’interno e all’esterno delle strutture e che attraverso alcuni corsi di formazione insegnano alle persone detenute gli elementi del mestiere.

Tra questi c’è “Ristretti orizzonti”, la rivista bimestrale della Casa di reclusione di Padova e dell’Istituto di Pena Femminile della Giudecca (Venezia). Mercoledì 19 novembre —su iniziativa di Conferenza Basaglia e in collaborazione con il Premio giornalistico internazionale Marco Luchetta e Bonawentura nell’ambito del festival S/Paesati — Ornella Favero, presidente della Conferenza Nazionale Volontariato e Giustizia e direttrice di “Ristretti orizzonti”, porterà la sua esperienza in una conversazione in programma al teatro Miela alle ore 17.30 con Elton Kalica, redattore di “Ristretti orizzonti”, e Giovanna Del Giudice, presidente di Conferenza Basaglia, associazione impegnata in progetti di promozione sociale nella Casa circondariale di Trieste.

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