Infiltrazioni camorristiche in Toscana, un filone di indagine tocca anche il confine con la Slovenia

Trieste – Un’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, condotta con il supporto della Guardia di Finanza, ha portato all’esecuzione di numerosi provvedimenti cautelari contro un gruppo criminale radicato tra la Toscana, la Campania e altre regioni del Nord Italia. Al centro dell’inchiesta, l’infiltrazione della camorra – in particolare del clan Sarno – nel tessuto economico toscano, con ramificazioni nel settore tessile e nella gestione dei rifiuti.

Dodici le persone raggiunte da misure cautelari, tra cui cinque in carcere e cinque agli arresti domiciliari, con l’aggiunta di due interdizioni da incarichi direttivi in aziende. Oltre agli arresti, sono stati eseguiti sequestri di beni per un valore vicino al milione di euro. I reati contestati vanno dall’associazione a delinquere aggravata, all’estorsione con metodo mafioso, fino al riciclaggio e all’evasione fiscale tramite fatture false. Ma tra le accuse emerge anche un altro filone, particolarmente significativo per le implicazioni sul territorio di confine: il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, uno degli indagati – già attivo nella componente finanziaria del clan e ora imprenditore nel settore edilizio – avrebbe organizzato un tentativo di ingresso illegale di cittadini pakistani attraverso la Slovenia. Il viaggio, destinato a rifornire di manodopera a basso costo alcune aziende tessili gestite da imprenditori cinesi, sarebbe dovuto avvenire a bordo di un furgone, ma il piano è fallito a causa dei controlli della polizia croata.

L’indagine delle Fiamme Gialle ha svelato una dinamica ben più ampia, in cui la frontiera orientale diventa snodo per il traffico di esseri umani funzionale a un’economia sommersa fatta di sfruttamento e illegalità. La rotta dalla Slovenia, appetibile per i passeur nonostante i controlli della Polizia di Frontiera nei punti più presidiati, resta vulnerabile e strategica per reti criminali che operano con metodi spregiudicati, intrecciando interessi locali e internazionali.

L’indagine, ancora in corso, ha beneficiato anche del supporto dello SCICO e di unità cinofile addestrate al rintraccio di denaro contante. Le perquisizioni si sono estese in diverse città tra cui Prato, Napoli, La Spezia e Trieste, a dimostrazione di un’organizzazione capillare e capace di operare su scala interregionale con ramificazioni internazionali.

L’attività investigativa rivela non solo la pericolosità dell’infiltrazione camorristica in settori chiave dell’economia legale, ma anche la stretta connessione tra criminalità organizzata e gestione dell’immigrazione clandestina. In questo intreccio, il confine con la Slovenia costituisce il tramite di traffici e strategie criminali che mettono a rischio sicurezza e legalità.

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