Interporto, scelte importanti entro dicembre 2025: sul tavolo terminal ferroviario e nuovo Consorzio industriale
Pordenone – Il 2025 sarà un anno di svolta per Interporto di Pordenone, ma prima bisogna chiudere i conti con questo: entro fine anno dovranno essere prese due decisioni cruciali per il futuro della società e, con essa, per buona parte del sistema produttivo pordenonese.
Da un lato c’è la gestione del terminal ferroviario, dall’altro la possibile nascita di un Consorzio industriale con fulcro proprio nell’area di Interporto. Due dossier che il consiglio di amministrazione e i soci (la Camera di commercio con l’85% e il Comune di Pordenone con poco meno del 14%) stanno analizzando con attenzione. «Siamo perfettamente nei tempi che ci siamo dati», assicura l’amministratore delegato Sergio Bolzonello, che guida il percorso di definizione delle strategie future.
Il rebus del terminal ferroviario
La partita più urgente riguarda la gestione del terminal ferroviario. La gara pubblica per assegnarne la gestione è andata deserta, costringendo Interporto a correre ai ripari. «Per dare modo alla governance di valutare bene le alternative – spiega Bolzonello – è stata concessa una proroga tecnica a Hupac fino a luglio del prossimo anno».
Nel frattempo, il consiglio di amministrazione si prepara a incaricare l’ad di esplorare tutte le possibili soluzioni: una nuova gara, magari con importi rivisti, oppure una formula completamente diversa. Tra le ipotesi che circolano da tempo c’è quella di una società mista pubblico-privata dedicata alla gestione del terminal, così da renderlo un vero hub regionale della logistica ferroviaria.
«L’obiettivo – aggiunge Bolzonello – è arrivare a una decisione entro la fine dell’anno, così da poter partire con la nuova gestione già da gennaio, se si sceglierà la strada della gara». La scelta definitiva spetterà ai soci, chiamati a
valutare quale opzione garantisca maggiore solidità e continuità.
L’idea di un Consorzio industriale pordenonese
Parallelamente, Interporto sta studiando un progetto ambizioso: la creazione di un Consorzio industriale che unisca le forze del territorio e rafforzi il ruolo economico dell’area. Un tema che, non a caso, è stato tra i punti caldi della recente campagna elettorale e figura nei programmi dei candidati sindaco.
Per capire se il progetto sia sostenibile, Interporto ha affidato due studi di fattibilità a esperti del settore. La parte urbanistica è curata dall’architetto De Zan, già impegnato nella chiusura del Pip (Piano degli insediamenti produttivi), scaduto lo scorso anno. L’analisi societaria, invece, è seguita dalla professoressa Mio dell’Università di Venezia, esperta di società benefit e di modelli di governance pubblico-privata.
«Vogliamo capire se questa sia la strada giusta per dare più forza e coesione al nostro sistema produttivo», spiega Bolzonello. «Le analisi ci aiuteranno a valutare pro e contro e a capire quale modello sia più efficace ed economicamente sostenibile per il territorio».
Un crocevia per lo sviluppo locale
Anche per il progetto del Consorzio, la scadenza è fissata al 31 dicembre. Poi, per Interporto si aprirà una fase più operativa, con scelte concrete e tempi serrati.
In un momento economico internazionale ancora incerto, il polo pordenonese della logistica si prepara così a ridisegnare il proprio ruolo: da semplice infrastruttura di servizio a motore strategico per la crescita delle imprese locali e regionali.

