Occupazione in crescita in Friuli Venezia Giulia, ma servono strategie di lungo periodo
Trieste – Il Friuli Venezia Giulia registra risultati rilevanti sul fronte occupazionale. Nonostante l’invecchiamento demografico, la regione ha toccato il più alto numero di occupati degli ultimi anni, superando le 527mila unità. Si tratta di una crescita dell’1,5% rispetto al 2023 e del 3,8% sul 2019, che porta il tasso di occupazione al 69,8%. I dati sono stati illustrati lunedì 26 maggio a Trieste, nel corso del convegno annuale sul mercato del lavoro, intitolato “Strategie e politiche del lavoro per un territorio attrattivo”.
Il report, elaborato dall’Osservatorio regionale, ha offerto uno sguardo articolato sullo stato dell’occupazione, evidenziando sia i progressi sia le criticità. In particolare, è stato presentato un focus sulle previsioni occupazionali e sui fabbisogni professionali e formativi per il prossimo quinquennio, delineando le traiettorie possibili per lo sviluppo del sistema lavoro in Friuli Venezia Giulia.
Tra i segnali positivi emerge il rafforzamento dell’occupazione femminile, aumentata di oltre l’8% negli ultimi cinque anni. Un’evoluzione che ha contribuito alla riduzione del gender gap, passato dal 15,9% all’11,6%. Parallelamente, cresce anche la qualità dell’impiego: nell’ultimo anno i contratti a tempo indeterminato sono aumentati del 2,4%.
Le strategie regionali puntano su due assi portanti: la formazione continua e l’attrazione di competenze qualificate. L’obiettivo è fornire ai lavoratori strumenti per affrontare un mercato in continua trasformazione e colmare i vuoti professionali più critici. Un esempio citato durante l’incontro è il progetto sviluppato da Confindustria Alto Adriatico in collaborazione con il Ghana, che prevede la formazione dei lavoratori nei paesi d’origine prima dell’arrivo in Italia. Questo modello si sta espandendo anche verso il Sud America, in particolare in Brasile e Argentina. La Regione ha espresso l’intenzione di investire in questi territori, con l’obiettivo di promuovere un’immigrazione regolata, che valorizzi anche le comunità di corregionali all’estero.
L’appuntamento triestino ha ospitato anche una tavola rotonda con istituzioni, parti sociali e rappresentanze datoriali. Il confronto si è concentrato sulla sostenibilità del lavoro, in particolare sul ruolo dell’innovazione sociale e del welfare territoriale come strumenti per affrontare le transizioni demografiche e tecnologiche. L’attenzione si è poi spostata su una delle sfide più urgenti: la sicurezza sul lavoro. Le priorità individuate vanno dalla promozione di una cultura più consapevole alla diffusione di nuove tecnologie per la prevenzione degli infortuni, in un’ottica di collaborazione tra enti e categorie professionali.
Pur in presenza di numeri incoraggianti, le proiezioni future segnalano la necessità di rafforzare ulteriormente le politiche attive del lavoro. Per mantenere i livelli occupazionali attuali, sarà necessario raggiungere un tasso di occupazione del 79% entro il 2034 e dell’88% entro il 2044. Un obiettivo che impone un impegno costante da parte di istituzioni e stakeholder.
«Malgrado l’invecchiamento della popolazione, abbiamo raggiunto il più alto numero assoluto di occupati della nostra storia – ha dichiarato il presidente della Regione Massimiliano Fedriga –. Questo significa che il Friuli Venezia Giulia è diventato un territorio fortemente attrattivo. Abbiamo inoltre ridotto drasticamente il gender gap, cioè la differenza di occupazione tra uomini e donne».