L’extradoganalità territoriale del Porto Franco internazionale di Trieste approda in Senato

Roma – Si sono tenute l’8 giugno in videoconferenza al Senato della Repubblica le audizioni in 14ª Commissione permanente (Politiche dell’Unione europea) le audizioni del presidente di Confetra Fvg (Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica) Stefano Visintin, del presidente del Consiglio regionale Fvg Giorgio Zanin e del presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare adriatico orientale Zeno D’Agostino, dedicate alla proposta di inserimento del Porto franco internazionale di Trieste nella lista delle aree extradoganali dell’Unione Europea. Al centro dell’incontro le “Possibili iniziative legislative della Commissione europea sulla delimitazione del territorio doganale dell’Unione europea” (atto n. 765).

I rappresentanti del Friuli Venezia Giulia hanno avanzato la richiesta di promuovere e sostenere la piena attuazione delle previsioni giuridiche, internazionali e nazionali, inerenti al regime di extradoganalità dei punti franchi del porto di Trieste.

Ciò – sostiene il Consiglio regionale del Fvg – potrà avere luogo attivando, mediante notifica alla Commissione Europea, l’esclusione di detti punti franchi dal territorio doganale dell’Unione in base agli obblighi internazionali della Repubblica Italiana ed avviando la specifica procedura per il loro inserimento tra i territori non facenti parte del territorio doganale dell’Unione Europea, di cui all’articolo 4 del regolamento (UE) n. 952/2013, istitutivo del codice doganale dell’Unione.

“Sul riconoscimento giuridico dell’extradoganalità territoriale del Porto Franco internazionale di Trieste c’è in questo momento una comunione d’intenti che va assolutamente sostenuta. Ringrazio il collega Nannicini che ha promosso questa iniziativa, che può essere importante non solo per Trieste ma avere prospettive molto più ampie”. Così la senatrice Tatjana Rojc (Pd) intervenendo all’audizione.

“Il reshoring (rientro delle aziende che in precedenza avevano delocalizzato, ndr) sarebbe una operazione di grande valore economico ma anche di prestigio per un porto a forte vocazione internazionale – ha aggiunto Rojc – con un bacino di utenza che si estende su tutta l’area dell’Europa centrale, dall’area danubiana alla Germania. È arrivato il momento di unire le forze e convincere il Governo a notificare all’Europa lo status del porto di Trieste: è un vantaggio competitivo per il Paese che in Italia non toglie nulla a nessuno”.

Saperne di più: http://www.senato.it/3710

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