Oggi l’Overshoot Day, ovvero: dal 6 maggio siamo in debito con la Terra per quest’anno
Roma – Il 6 maggio è l’Overshoot Day italiano, la data in cui il nostro Paese ha già consumato tutte le risorse naturali rinnovabili che gli spetterebbero per l’intero 2025.
Se tutta l’umanità adottasse gli stessi stili di vita degli italiani, servirebbero quasi tre Pianeti per sostenere i nostri livelli di consumo. A lanciare l’allarme è il WWF, che invita a riflettere sulla necessità di un cambiamento urgente e profondo nel nostro modo di vivere e di utilizzare le risorse naturali.
Il dato è stato calcolato dal Global Footprint Network, che ogni anno determina per ciascun Paese il cosiddetto “Country Overshoot Day”. Questo indicatore misura quanto le nostre attività – dalla produzione di energia alla mobilità, dall’alimentazione all’uso del suolo – incidano sulla capacità rigenerativa della Terra. A partire da oggi, dunque, l’Italia entra in “debito ecologico”, continuando a prelevare risorse come se il pianeta fosse inesauribile.
La situazione non riguarda solo l’Italia. A livello globale, l’umanità consuma come se avesse a disposizione 1,7 Pianeti. Ma i Paesi più ricchi e industrializzati, come il nostro, superano ampiamente questa media. Per sostenere uno stile di vita come quello italiano – o tedesco, francese, o svizzero – sarebbero necessari quasi tre pianeti. Il caso più estremo resta quello degli Stati Uniti, il cui Overshoot Day è caduto già il 15 marzo: se tutti vivessero come gli americani, occorrerebbero ben cinque pianeti.
Le conseguenze di questo squilibrio sono evidenti. Oltre un milione di specie animali e vegetali è a rischio estinzione. Il 75% delle terre emerse e il 66% degli ambienti marini sono stati profondamente modificati dall’attività umana. E il cambiamento climatico continua ad aggravarsi anno dopo anno.
Eva Alessi, responsabile sostenibilità del WWF Italia, spiega che l’impronta ecologica può essere paragonata a un bilancio personale: ogni azione che compiamo – mangiare, riscaldare casa, viaggiare – comporta un consumo di risorse, proprio come se prelevassimo soldi da un conto in banca. La biocapacità del pianeta, invece, rappresenta lo “stipendio” annuale della Terra, cioè quanto essa è in grado di rigenerare in termini di risorse. Se il nostro stile di vita ci porta a spendere più di quanto “guadagniamo”, finiamo inevitabilmente in rosso. E così, ogni anno, iniziamo prima a consumare le risorse del futuro.
A peggiorare le cose, secondo il WWF, è anche la disuguaglianza. Uno studio pubblicato su Nature a fine 2024 mostra che il 10% della popolazione più ricca del pianeta è responsabile del 43% delle emissioni globali di carbonio, del 18,5% del consumo di acqua dolce e di oltre un quarto dell’inquinamento da azoto e fosforo. Al contrario, il 10% più povero incide per meno del 5% su questi stessi parametri. Anche all’interno dei singoli Paesi, i consumi delle fasce di reddito più alte hanno un impatto ambientale molto più pesante rispetto a quelli delle classi meno abbienti.
L’Italia ha già esaurito le risorse generate dal proprio territorio il 23 marzo scorso, una data nota come Deficit Day. Da quel momento, stiamo vivendo “a credito” anche rispetto alle nostre capacità nazionali. Secondo il WWF, il modello di consumo italiano è ormai lontano dalla sostenibilità. Eppure le soluzioni esistono. Serve una maggiore efficienza energetica, un taglio agli sprechi, il ritorno a un’alimentazione più sana e vicina alla dieta mediterranea, una maggiore protezione della biodiversità e un’economia più circolare.
Lo studio pubblicato su Nature sottolinea anche che i consumi alimentari, in particolare quelli di prodotti di origine animale, incidono pesantemente sui cicli naturali e sulla perdita di biodiversità. Ridurre questi consumi, insieme al passaggio a fonti di energia rinnovabili, potrebbe abbattere drasticamente le emissioni e l’uso delle risorse. Se solo il 20% dei consumatori più ricchi al mondo adottasse stili di vita meno impattanti, si potrebbe ridurre la pressione sull’ambiente fino al 53%.
La direzione da seguire è chiara. Ma il tempo a disposizione per cambiare rotta si sta esaurendo.