Monitoraggio PFAS nelle acque pubbliche, interrogazione in Consiglio regionale

FVG – La questione della presenza di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nell’acqua potabile torna al centro dell’attenzione in Friuli Venezia Giulia. A rilanciare il tema è stato il consigliere regionale Furio Honsell (Open Sinistra FVG), che ha presentato un’interrogazione in IV Commissione per chiedere misure di monitoraggio e trasparenza dopo i dati diffusi dall’associazione ambientalista Greenpeace nell’ambito della campagna nazionale “Acque senza veleni”.

Secondo quanto riferito dal consigliere, l’interrogazione conteneva quattro richieste puntuali: l’attivazione di un monitoraggio straordinario delle fontanelle pubbliche nei comuni interessati dallo studio, misure cautelative nei casi di superamento delle soglie di sicurezza definite dall’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare), una campagna informativa per la cittadinanza e un rafforzamento dei controlli in collaborazione con Arpa e i gestori idrici.

Alla base della richiesta, anche la preoccupazione per i campioni analizzati a Manzano (Ud), dove — secondo i campionamenti Greenpeace — nella fontanella di via Zorutti, nei pressi di una scuola, sarebbero stati rilevati valori superiori alle soglie di riferimento europee.

Honsell ha espresso insoddisfazione per la risposta dell’assessore regionale all’ambiente Fabio Scoccimarro, ritenendola poco concreta e priva di impegni precisi. Il consigliere ha sottolineato la necessità di adottare un approccio più precauzionale e trasparente in tema di salute pubblica e contaminazioni ambientali: “La Regione – ha dichiarato Honsell – ha il dovere di affrontare con serietà e trasparenza un problema ambientale e sanitario di questa portata. Non farlo significa abbandonare i cittadini, e rinunciare al proprio ruolo di garante dell’ambiente e della salute pubblica”.

La campagna “Acque senza veleni” in FVG

La segnalazione sulle fontanelle di Manzano fa parte dei risultati raccolti tra settembre e ottobre 2024 da Greenpeace nell’ambito di una mappatura nazionale delle acque potabili, con campionamenti effettuati in oltre 220 comuni italiani. In Friuli Venezia Giulia i punti analizzati sono stati otto, localizzati in altrettanti comuni: Monfalcone, Gorizia, Udine, Porcia, Pordenone, Trieste, Duino e, appunto, Manzano.

Secondo i dati forniti da Greenpeace e confrontati con le rilevazioni di Arpa FVG, il tasso di positività ai PFAS in regione si attesta intorno al 6%, una percentuale relativamente contenuta rispetto ad altre aree critiche del Paese. Tuttavia, in alcuni comuni — come Gorizia, Porcia e Monfalcone — sono emersi valori complessivamente elevati, con contaminazioni rilevate sia nelle acque sotterranee sia in quelle superficiali.

I PFAS — in particolare molecole come PFOA, PFOS e TFA — sono considerati inquinanti altamente persistenti, capaci di accumularsi negli organismi viventi e potenzialmente pericolosi per la salute umana. Alcuni studi li collegano a effetti cancerogeni o di alterazione del sistema endocrino, motivo per cui in molte regioni italiane sono state avviate azioni di controllo e riduzione progressiva dei livelli nelle acque.

PFOA (acido perfluoroottanoico), PFOS (solfonato di perfluoroottano) e TFA (acido trifluoroacetico) sono composti chimici appartenenti alla famiglia dei PFAS, sostanze artificiali usate in molti processi industriali e prodotti di consumo per le loro proprietà idrorepellenti e oleorepellenti. Sono detti “inquinanti eterni” perché resistono alla degradazione nell’ambiente e si accumulano nei corpi viventi. Il PFOA è stato classificato come possibile cancerogeno, il PFOS è associato a disfunzioni ormonali e immunitarie, mentre il TFA, seppur meno studiato, desta preoccupazione per la sua diffusione e persistenza. Tutti e tre sono rilevati con sempre maggiore frequenza nelle acque potabili.

Greenpeace, promotrice della campagna “Acque senza veleni”, ha ribadito l’importanza di rendere pubblici tutti i dati relativi alla qualità dell’acqua e di avviare un quadro normativo più rigoroso. L’obiettivo è garantire ai cittadini un approvvigionamento idrico sicuro e libero da sostanze dannose.

 

Condividi