Il poeta e bibliofilo di Barcis Giuseppe Malattia della Vallata, un ricordo a 150 anni dalla nascita

Barcis (Pn) – Ricorrono quest’anno i 150 anni dalla nascita del poeta, bibliofilo e benemerito cittadino Giuseppe Malattia della Vallata. Pubblichiamo di seguito una sua breve biografia.

Giuseppe Malattia della Vallata nacque a Barcis, nella frazione Vallata, alle pendici del bosco Montelonga, il 25 marzo 1875. Primogenito di una famiglia di umili lavoratori di montagna, trascorse l’infanzia aiutando i genitori nel lavoro agricolo. Frequentò la scuola fino alla terza elementare. Il suo amore per i libri fiorì in tenera età ed è testimoniato da uno scritto del figlio Leandro: “All’età di sette anni aveva cominciato a raccogliere lungo il sentiero che percorreva per recarsi a scuola in paese frammenti di fogli stampati sparsi per terra. Questi venivano poi da lui riordinati a casa e nasceva così “il libro dei bottoni”, un insieme di pagine sparse tenute unite nella parte dorsale da alcuni rudimentali fili di ferro e chiuso sul davanti da due bretelline agganciate a tre bottoni, fissati a loro volta a della stoffa a quadretti rossi”.

A dodici anni lasciò Barcis per seguire uno zio venditore ambulante: approdarono a Torino, dove Malattia restò fino all’età di trent’anni. Questo soggiorno fu fondamentale per la sua formazione culturale, che affrontò da autodidatta. Imparò da solo il greco e il latino ed altre lingue moderne e studiò le principali opere di letteratura nelle versioni originali. In questo modo pose le basi per la sua celebre biblioteca.

Alla fine dell’Ottocento aveva iniziato a scrivere poesie e nel 1904 pubblicò presso la casa editrice Streglio di Torino il volumetto “Edelweiss”: “poesie pensate e scritte nei ritagli di tempo che mi lasciano le occupazioni cotidiane”. Nel 1906 lasciò Torino e si trasferì a Udine, dove fondò la Libreria Dante, pubblicò la rivista “Il Gutemberg” ad essa collegato (1907-1909) ed intensificò la sua attività pubblicistica collaborando con vari giornali, tra cui “La Patria del Friuli” e “Il Gazzettino”; scrisse numerosi saggi ed articoli per la Società Filologica Friulana. Nei suoi articoli promosse a spada tratta la costruzione della strada della Valcellina.

Sopraggiunta la Grande Guerra, Giuseppe Malattia trasferì a Barcis da Udine il suo patrimonio di libri. Mentre proseguiva la sua attività poetica e letteraria, negli anni Venti lo studioso partecipò a vario titolo nelle amministrazioni comunali di Barcis, Andreis e Montereale Valcellina: suo impegno centrale, la promozione sociale e culturale dei concittadini. Nel 1923 pubblicò presso la Tipografica di Maniago la sua opera principale: il volume “Villotte Friulane Moderne” nel particolare friulano parlato a Barcis. Nel 1924 uscirono “I Canti della Valcellina”.

Giuseppe Malattia nel 1925 sposò Erminia Montanino e dal matrimonio nacquero due figli, Franco e Leandro.

Da un punto di vista letterario, l’opera di Giuseppe Malattia della Vallata si caratterizza per alcuni motivi ispiratori tipici dell’epoca ed altri propri dell’area friulana: tra i primi, l’esaltazione dell’ideale di patria, ma anche la riflessione sulla condizione umana e l’incapacità di comprendere il mistero della vita e della morte nonostante il progresso delle tecniche. Ampio nella sua produzione il tema degli affetti familiari ed amicali, e naturalmente quello della lingua friulana, nelle sue varianti locali, di cui Malattia fu profondo conoscitore e cultore. Dai suoi scritti si evince anche quanto fosse forte il vincolo con l’impegno civile.

Il poeta subì una perdita irreparabile quando, nel 1944, nel corso di una rappresaglia, i nazisti diedero fuoco alla sua casa con gli oltre ventimila volumi che aveva raccolto: “Il comandante tedesco fu irremovibile – ricorda Leandro Malattia – ci concesse tre o quattro minuti di tempo, non di più, per prelevare da casa qualche indumento ed alcune coperte. Dalle travi il fuoco si estese subito all’intera casa che si trasformò rapidamente in un rogo spaventoso che vanificava lavoro e sacrifici di un’intera esistenza”.

Dopo la guerra, Giuseppe Malattia si trasferì con la famiglia a Venezia e lì, con l’aiuto di un amico, riprese l’attività di libraio antiquario. Ormai però l’animo del poeta era provato: morì il 7 dicembre 1948.

(Tratto da “L’Acqua e la Memoria – Barcis” di Lorenzo Cardin, Tiziana Melloni, Maurizio Pertegato, edizioni Studio Comunicare 2016)

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