L’accoltellamento a Udine riporta in primo piano la sicurezza urbana

Udine – L’accoltellamento del 4 settembre scorso avvenuto in piazza San Giacomo a Udine, dove un giovane imprenditore è rimasto vittima di una grave aggressione difendendo una ragazza, ha riportato l’attenzione sulla questione della sicurezza urbana.

Non è purtroppo un caso isolato. Gli episodi di criminalità generano un malessere diffuso che si traduce in fragilità sociale; aumenta la percezione del rischio e ci si attende che le istituzioni agiscano in fretta. E alcuni esponenti politici soffiano sul fuoco dell’indignazione per fare annunci improbabili.

È il caso del Vicepresidente del Consiglio dell’attuale governo Matteo Salvini, segretario federale della Lega Nord che – presente proprio a Udine per l’inaugurazione della nuova sede del movimento – ha detto che a suo avviso è più opportuno l’impiego dei militari sul territorio italiano invece che in missioni all’estero. Riferendosi all’ipotesi di una eventuale presenza di peacekeeping europea in Ucraina ha detto che per quanto riguarda i soldati italiani “preferisco mandarli in piazza a Udine”.

È vero, i cittadini si sentono insicuri: il Rapporto Censis

Uno spaccato della situazione emerge chiaramente dal Rapporto Univ-Censis “La sicurezza fuori casa” di maggio 2025. Il 75,8 % degli italiani ritiene che negli ultimi cinque anni muoversi per strada sia diventato più pericoloso, percentuale che cresce all’81,8 % tra le donne. Quasi quattro cittadini su dieci – il 38,1 % – ammette di aver rinunciato almeno una volta a uscire per paura di subire qualcosa di grave; tra i giovani la soglia sale al 52,1 %.

Sul fronte dei reati denunciati, il 2024 segna un aumento del 2 % a livello nazionale – poco più di 2,38 milioni – pur restando sotto i livelli del 2014. Nel Nord-Est la crescita assume toni più marcati: Gorizia è salita del 10,6 %, Trieste dell’8,9 %, Udine dell’8 %, ponendosi tra le prime dieci province italiane per incremento.

Questi dati spiegano il diffuso senso di insicurezza, amplificato da una realtà che non è sempre certificata dalla statistica, ma che si riflette nei comportamenti quotidiani e in un disagio del vivere urbano.

Risorse regionali

Sul versante delle risorse, la Regione ha previsto nel Bilancio di previsione 2025 uno stanziamento di 675 milioni di euro per “Autonomie locali, funzione pubblica, sicurezza e politiche dell’immigrazione”. Nell’assestamento estivo di bilancio – una manovra da oltre 860 milioni approvata a giugno 2025 – la sicurezza urbana riceve specifica attenzione: nel capitolo “Autonomie locali, funzione pubblica, sicurezza e immigrazione” sono destinati 97 milioni di euro, di cui 1,5 milioni al Fondo per la sicurezza urbana. Si tratta di cifre rilevanti, ma in un quadro con molte voci concorrenti, che richiedono una lettura attenta rispetto ai bisogni reali.

Le posizioni politiche

Le posizioni politiche riflettono visioni divergenti su come intervenire. La giunta regionale di centrodestra, guidata da Massimiliano Fedriga, difende l’utilizzo degli stanziamenti per implementare mezzi, servizi e presidi istituzionali come strumenti prioritari per combattere la microcriminalità urbana. L’opposizione di centrosinistra insiste invece su un approccio più preventivo e solidale: la sicurezza – questa la tesi – non è puro mantenimento dell’ordine pubblico, ma passa pure per la coesione sociale, con interventi contro la marginalità e l’integrazione delle persone immigrate.

Condividi