Ascolto, fiducia ed empatia per prevenire il bullismo: buone pratiche scolastiche a Pordenone
Pordenone – Al Convento di San Francesco, martedì 2 dicembre, un pubblico numeroso composto da insegnanti, educatori, studenti e genitori ha partecipato al convegno “Il bullismo: questo conosciuto”, appuntamento promosso dalla Storica Società Operaia (SOMSI) con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia e del Comune di Pordenone. Per l’amministrazione era presente l’assessora alle Politiche sociali Guglielmina Cucci. L’incontro rientra nel percorso che la SOMSI dedica da anni alle tematiche legate al disagio giovanile.
Due istituti cittadini – l’IC Pordenone Torre e l’IC Pordenone Sud – hanno presentato i risultati dei loro progetti di mediazione scolastica e di attività sportiva, propedeutici alla promozione della socialità e collaborazione tra giovani studenti, introdotte nelle scuole secondarie di primo grado in sinergia con famiglie e territorio.
Alla Scuola Lozer di Torre di Pordenone, il dirigente scolastico Vladimiro Giacomello e le docenti Arianna Calabretto e Maria Napolitano hanno illustrato un percorso avviato nel 2017 che coinvolge adulti e studenti-mediatori. La scuola oggi fa parte della “rete delle scuole riparative”, primo network nazionale che promuove un modello educativo ispirato alla giustizia riparativa, con l’obiettivo di diffonderlo anche in Friuli Venezia Giulia. Il metodo si fonda sul dialogo e sull’ascolto attivo in spazi protetti, dove sentimenti, emozioni e motivazioni vengono esplorati senza giudizio, favorendo al contempo competenze utili in ogni relazione sociale.
All’Istituto Comprensivo Pordenone Sud, la Scuola Terzo Drusin ha presentato il progetto “In… difesa, in… sicurezza”, che unisce mediazione scolastica e attività di yoga e judo grazie alla collaborazione con l’associazione La Voce e la Polisportiva Villanova. Il dirigente Francesco Gri e la vicaria Silvia Burelli hanno sottolineato l’importanza del lavoro in rete, mentre la docente Sara Volpato, insegnante di arte e maestra di yoga, insieme a Edoardo Muzzin, ha evidenziato i benefici di pratiche che rafforzano consapevolezza, autodifesa e relazione con sé stessi e con gli altri. «Abbiamo imparato a condividere emozioni, fidarci e conoscerci meglio», ha raccontato Alberto, studente di prima media.
Nelle conclusioni, la psicologa ed ex docente Franca Da Re ha rimarcato come il coinvolgimento diretto dei ragazzi sia la strada più efficace, invitando a sostenere progetti che puntano alla prevenzione dei conflitti e alla riparazione delle relazioni, anziché alla semplice punizione.
La rete delle scuole riparative è un network italiano di istituti scolastici che adottano la prospettiva della giustizia riparativa per gestire conflitti, bullismo e cyberbullismo, che si propone di promuovere processi di mediazione dialogica e responsabilità condivisa. Promossa dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza nel 2023 con il “Manifesto per le scuole riparative”, la rete coinvolge studenti, docenti, famiglie e personale ATA in percorsi volontari, confidenziali e gratuiti per riparare danni relazionali e promuovere la crescita delle comunità scolastiche.

