Cinque Stelle in subbuglio? Ora la priorità è il rilancio. Ne parla Luca Sut, deputato M5S del FVG

Roma – Luca Sut è deputato del Movimento 5 Stelle eletto nel collegio plurinominale 1 del Friuli Venezia Giulia. Di Pordenone, ingegnere meccanico, alla Camera fa parte della Decima Commissione (Attività produttive, Commercio e Turismo).

Abbiamo interpellato l’on. Sut sia in merito alle recenti questioni interne al M5S sia sulla situazione economica post Covid-19

Il movimento è in fibrillazione e si parla di un imminente congresso. Come valuta questa fase del M5S?

Trovo normale che ci sia una dialettica all’interno del partito. I dibattiti fanno parte della storia di ogni movimento politico. I 5 Stelle sono un gruppo al cui interno esistono varie idee e discussioni, ma non chiamerei questa dinamica “crisi”. È piuttosto un’opportunità di cambiamento. Da quando Luigi Di Maio ha lasciato la guida del Movimento (dopo le elezioni regionali di gennaio, ndr), prima che esplodesse l’emergenza Covid-19, erano in programma degli Stati generali in cui definire nuovi assetti. Ora però a mio avviso la priorità del M5S è trovare soluzioni per il Paese.

Ora l’espressione “Stati generali” sta diventando di moda: quando sarà l’ora del confronto nel M5S, cambieranno le modalità di svolgimento dell’assemblea?

I modi del confronto saranno da costruire, sempre assieme agli attivisti. Ci sarà un faccia a faccia ma anche il coinvolgimento telematico attraverso la piattaforma Rousseau. Siamo nati così e continueremo a farlo.

Passando ai temi economici, parliamo dei tavoli di crisi pre-Covid. C’è il nodo siderurgia, anzitutto l’Ilva di Taranto

Il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, anche lui del FVG, non ha mai lasciato indietro le questioni aperte pre-Covid. A Taranto la Arcelor sta dando risposte non adeguate. Il numero di esuberi indicato dall’azienda è troppo alto.

L’obiettivo è quello di arrivare ad un accordo di programma come è accaduto a Genova e a Trieste con la Ferriera. La soluzione è quella della chiusura dell’area a caldo, per tutelare la salute sia degli addetti che degli abitanti. Potenziare le aree a freddo, con la riconversione della forza lavoro: questa è l’idea del M5S.

Poi c’è Alitalia

Il ddl Rilancio prevede per Alitalia la costituzione di una Newco pubblica con tre miliardi di euro in dotazione per farne una compagnia di bandiera attiva anche sulle rotte a lunga percorrenza, che sono le più remunerative.

D’accordo sulle rotte lunghe, ma il Friuli Venezia Giulia al momento è senza voli per Roma

L’isolamento della regione dal resto d’Italia è una questione al centro di contatti quotidiani con i ministri Patuanelli e Cancelleri (Trasporti). Ho interpellato l’amministratore delegato dell’Aeroporto del FVG Marco Consalvo, facendo presente che i collegamenti con Milano e Roma devono essere considerati una continuità territoriale – come per le isole. Con Trieste Airport è necessario aprire un tavolo di confronto con la Regione, dato che si tratta di una società partecipata regionale: c’è troppa disparità di trattamento sui diritti aeroportuali fra Alitalia e compagnie low cost. Alitalia paga troppo. Non va considerata la classica mucca da mungere, specie ora che diventerà una partecipata statale.

Il Veneto fa concorrenza? Esiste una sudditanza?

Dobbiamo programmare il futuro nel nostro aeroporto evitando duplicazioni con gli scali di Treviso e Tessera. Per esempio specializzandoci nelle rotte con l’Est. Occorre però un confronto della Regione FVG con la Regione Veneto. Su Ronchi è stato fatto un investimento importante sulla intermodalità e non va sprecato.

Strategie di lungo periodo a parte, quando sarà possibile un volo diretto da e per Roma?

Penso che si arriverà ad un accordo per ripristinare un numero minimo di voli a partire dal 1° agosto.

La ripresa del Friuli Venezia Giulia dopo Covid-19. Quali interventi a livello nazionale?

Su questo tema ci siamo confrontati a livello territoriale con Confindustria ed altre rappresentanze. Abbiamo visto che molte imprese di settori strategici hanno continuato a lavorare, anche nel pordenonese, con i codici Ateco autorizzati ed anche con deroghe dei prefetti.

Il FVG ha risposto bene al lockdown. Stiamo mettendo in campo tutto ciò che è possibile per ridurre i costi fissi delle imprese e sostenere l’occupazione con cassa integrazione garantita. È ovvio che ci sono state difficoltà. Il numero di domande di cassa integrazione che INPS è stata costretta a gestire in pochi mesi è quello che in tempi normali viene distribuito in cinque anni.

Per velocizzare l’erogazione della CIG è stato abolito il passaggio attraverso l’amministrazione regionale.

Con il decreto Rilancio ci saranno ora risorse a fondo perduto per il ristoro delle perdite di fatturato dovute all’emergenza Covid-19. Per la riduzione delle bollette sono previsti 600 milioni di euro.

Il patto finanziario Stato-Regione però va riscritto

Insieme a tutti i parlamentari della maggioranza ho inviato una lettera al ministro Gualtieri (scarica qui il testo della lettera) in cui si chiede di valutare la reciprocità degli impegni. Se lo Stato per sue esigenze speciali può aumentare la quota che deve essere corrisposta dalla Regione, deve valere anche il contrario. Quindi contiamo di negoziare una riduzione di quanto dovuto.

Seguiamo con attenzione un tema importante, cioè l’ecobonus al 110% per le ristrutturazioni. I cittadini del FVG e non solo attendono chiarimenti per mettersi al lavoro sulla propria abitazione

La Decima Commissione di cui faccio parte si occupa in particolare di questo importante strumento, che permette una consistente iniezione di liquidità in un settore, quello edilizio, in crisi da oltre 10 anni. Lo scopo dell’ecobonus è una svolta in senso “verde” ma anche di recupero di bellezza del nostro patrimonio abitativo.

L’ecobonus presenta delle importanti novità. Anzitutto introduce due valenze: ecobonus per migliorare l’efficienza energetica e il sismabonus per la sicurezza in caso di terremoto. La misura potenzia il precedente bonus fiscale – che prevede una detrazione d’imposta in dichiarazione dei redditi del 65% in 10 anni – portando a un super bonus con una detrazione del 110% in 5 anni.

Si potrà avere lo sconto in fattura con la cessione del credito?

L’acquirente potrà trasferire all’impresa il credito d’imposta e l’impresa edilizia potrà a sua volta cederlo al fornitore. La novità è che sarà possibile cedere il credito alle banche, con modalità che stiamo definendo sentita l’Associazione bancaria italiana.

Ho incontrato i vertici dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili), la Confartigianato e i rappresentanti dei comuni. Tutti hanno espresso soddisfazione per il provvedimento ed hanno fornito ulteriori spunti per migliorare i regolamenti.

La nostra proposta è quella di spostare i termini del bonus dalla fine del 2021 al 31 dicembre 2022, con la possibilità di allungare ulteriormente i tempi dell’agevolazione.

Oltre a favorire aumento di liquidità ed occupazione, l’ecobonus è in linea con gli obiettivi di efficienza energetica da conseguire entro il 2030 secondo il PNIEC – Piano nazionale energetico integrato energia e clima.

Qui il link al PNIEC: https://www.mise.gov.it/index.php/it/198-notizie-stampa/2040668-pniec2030

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