I giardini di Nemo: l’agricoltura subacquea è già il futuro

Rubrica Made in Italy del quotidiano Friuli-Venezia Giulia

Continua il viaggio nel Made in Italy, nelle acque cristalline del mare ligure, a pochi metri dalla costa di Noli, per scoprire una rivoluzione agricola silenziosa di cui il mondo intero ci invidia e ne parla, ma tranne che in Italia (come al solito).

Nel mare, sott’acqua dove normalmente si troverebbero solo pesci e alghe, crescono il basilico, la lattuga e altri ortaggi, proprio in un ambiente che sfida ogni logica agraria tradizionale.

Questo fatto ha rievocato in me il romanzo “Ventimila leghe sotto i mari” di Jules Verne. È difficile credere a questa notizia, lo so. Anch’io inizialmente ho stentato a crederci. Ma caro lettore sappi che questa invenzione è l’ennesima prova dell’abilità degli italiani, trattasi di pura e incredibile intelligenza italiana. Comunque, per evitare dubbi e perplessità, fornisco subito il link di riferimento per una tua eventuale verifica:

https://www.nemosgarden.com/visit-nemos-garden/

Affermare che si tratta di un progetto veramente unico e pionieristico, secondo me è davvero poco

Ho scoperto questa invenzione durante una serie di ricerche finalizzate ad individuare metodi alternativi e salutari di produzioni agricole, per scriverci un articolo. Così ho individuato la storia dei Giardini di Nemo. Una storia incredibile e affascinante, iniziata nel 2012 da un’idea rivoluzionaria di Sergio Gamberini (lode a questo grande genio italiano), fondatore dell’Ocean Reef Group, azienda specializzata nel settore delle attrezzature subacquee. Questa invenzione ha dato vita a quello che oggi è riconosciuto come il primo orto italiano subacqueo al mondo. Possiamo dire un Made in Italy unico nel suo genere. Il progetto rappresenta una delle più innovative frontiere dell’agricoltura sostenibile, dimostrando che è possibile coltivare anche negli ambienti più inaspettati.

Le biosfere sottomarine. Situato a circa 40 metri dalla spiaggia di Letizia, il Giardino di Nemo è un sistema di serre subacquee composto da nove biosfere modulari, alcune delle quali dotate di sistemi idroponici avanzati, inclusa una biosfera osservatorio e una per la coltivazione di microgreens. Queste strutture galleggianti sono ancorate al fondale marino e sfruttano l’energia solare e la condensazione dell’umidità per l’irrigazione, creando un ecosistema autosufficiente e a basso impatto ambientale. All’interno di queste strutture sottomarine crescono basilico, lattuga e altri ortaggi, creando un ecosistema agricolo completamente nuovo. Questa varietà di coltivazioni evidenzia il potenziale dell’agricoltura subacquea per adattarsi a diverse tipologie di piante e necessità alimentari.

I Giardini di Nemo rappresentano un approccio rivoluzionario che non entra in competizione con gli ecosistemi terrestri, ma offre un’alternativa ecologica per la coltivazione in ambienti difficili. Il sistema garantisce condizioni termiche ottimali e rese paragonabili a quelle di una serra convenzionale, con un vantaggio decisivo: l’assenza di consumo energetico aggiuntivo.

Questa soluzione apre prospettive concrete per le comunità costiere che necessitano di autosufficienza alimentare e per aree dove l’agricoltura tradizionale risulta problematica o impossibile. La ricerca ha inoltre attirato l’interesse delle industrie farmaceutiche, aprendo nuove frontiere per la produzione di principi attivi in ambiente marino controllato. Il progetto ha sviluppato partnership strategiche che accelerano la ricerca e lo sviluppo. La collaborazione con Siemens ha permesso al team di utilizzare “gemelli digitali” della biosfera subacquea, dimostrando come le tecnologie digitali avanzate possano supportare l’innovazione agricola del futuro

Un progetto che merita maggiore attenzione anche dal governo italiano

I Giardini di Nemo rappresentano un’eccellenza italiana nel panorama dell’innovazione mondiale, eppure questo progetto rivoluzionario non riceve ancora l’attenzione mediatica e il sostegno istituzionale che meriterebbe. Si tratta di una tecnologia pionieristica con potenzialità enormi per affrontare le sfide alimentari globali.

Sergio Gamberini e il suo team meriterebbero un riconoscimento più ampio per aver sviluppato una soluzione così innovativa e sostenibile. Il governo italiano dovrebbe considerare questo progetto come una priorità strategica, sostenendo economicamente e mediaticamente questa eccellenza nazionale che potrebbe posizionare l’Italia come leader mondiale nell’agricoltura del futuro.

Soluzioni per terre limitate: alternativa ecologica per luoghi difficili.

Efficienza energetica: rese paragonabili a serra tradizionale senza energia aggiuntiva.

Nonostante il riconoscimento estero, in Italia l’iniziativa riceve ancora scarsa attenzione istituzionale (come al solito). Valorizzare un’eccellenza come questa significherebbe rafforzare il ruolo del Paese nell’innovazione agricola mondiale e dare un contributo concreto alla sostenibilità alimentare del futuro.

E tu come la pensi?

A me questa invenzione italiana mi ha affascinato, facendomi capire che esistono anche modi sostenibili per alimentare la nostra civiltà.

Enrico Sgariboldi

 

LA RUBRICA DEL MADE IN ITALY: L’ITALIA CHE AMIAMO

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