I prezzi dei beni alimentari sono cresciuti del 25% in cinque anni, il carrello pesa oltre 100 euro in più
FVG – Secondo i dati tendenziali dell’Istat, resi noti nei giorni scorsi, i prezzi dei beni alimentari a livello nazionale sono aumentati di quasi il 25% negli ultimi cinque anni, precisamente tra ottobre 2021 e ottobre 2025. Questa crescita è stata molto superiore all’inflazione generale che nello stesso periodo è stata del 17,3%.
Il rincaro ha riguardato in particolare i prodotti alimentari freschi (+26,2%) più di quelli lavorati (+24,3%). Tra i settori con gli aumenti maggiori si segnalano i prodotti vegetali (+32,7%), latte, formaggi e uova (+28,1%) e pane e cereali (+25,5%). L’Istat attribuisce questa impennata principalmente allo shock dei prezzi dell’energia che ha fatto aumentare i costi di produzione e distribuzione, insieme a fattori internazionali legati ai prezzi degli input produttivi.
Nelle rilevazioni del 2025 si nota una decelerazione nell’inflazione alimentare, con una crescita più contenuta dei prezzi dei beni alimentari non lavorati e una riduzione della pressione sui prezzi degli energetici regolamentati. Tuttavia, l’inflazione di fondo rimane stabile intorno al +2%. Questo indica un rallentamento del ritmo di crescita dei prezzi, ma con un livello ancora elevato rispetto agli anni precedenti.
In Friuli Venezia Giulia, l’andamento dei prezzi alimentari negli ultimi anni ha seguito una dinamica simile a quella nazionale ma con alcune specificità regionali. Secondo le analisi basate sui dati Istat e le rilevazioni locali, tra il 2021 e il 2025 i prezzi dei beni alimentari di alta frequenza d’acquisto nella regione sono aumentati di circa il 25%, in linea con la media italiana.
Nel contesto regionale, l’inflazione alimentare ha avuto un impatto importante sui bilanci familiari, traducendosi in un aggravio annuo stimato sopra i 100 euro per i prodotti alimentari per una famiglia di media dimensione.
Nei dati più recenti del 2025, il costo del carrello della spesa in Friuli Venezia Giulia continua a mostrare un aumento, anche se si osserva una lieve decelerazione rispetto ai picchi degli anni precedenti. I prezzi degli alimentari non lavorati, come frutta e verdura fresca, hanno registrato oscillazioni, mentre quelli degli alimentari lavorati hanno mantenuto una crescita più stabile.
Dal punto di vista macroeconomico regionale, l’aumento dei prezzi alimentari si inserisce in un contesto di inflazione locale contenuta, intorno all’1,3-2%, con variazioni anche legate ai costi energetici e ai fattori produttivi internazionali.

