Inflazione in calo in Friuli Venezia Giulia, ma restano alti i prezzi di cibo e servizi estivi
Trieste – Ad agosto 2025 l’inflazione annua in Friuli Venezia Giulia si è attestata all’1,6%, in linea con la media nazionale e in lieve calo rispetto a luglio. I dati Istat e regionali mostrano però come le famiglie continuino a sostenere spese elevate per beni e servizi essenziali, con aumenti che pesano in particolare sul carrello della spesa e sul turismo estivo.
Gli alimentari e le bevande hanno segnato un +4,2% su base annua, con il carrello della spesa in crescita del 3,5%. Tra i rincari più forti si registrano quelli dei servizi ricettivi e di ristorazione (+3,1%) e dei servizi tipici della stagione: +7,2% per gli stabilimenti balneari, +14% per i pacchetti vacanza nazionali in un solo mese e +30% per i trasporti marittimi rispetto a luglio. L’inflazione resta più alta a Trieste (2,1%) e a Udine (1,9%) rispetto alla media regionale.
A livello nazionale, l’indice dei prezzi al consumo (NIC) ha segnato in agosto un +1,6% su base annua, in calo dall’1,7% di luglio, e un +0,1% su base mensile. A trainare i rincari sono stati ancora una volta i beni alimentari (+4% rispetto ad agosto 2024) e i servizi (+2,7% annuo), mentre i prezzi energetici hanno registrato una flessione dell’1,6% su base congiunturale, portandosi a un livello inferiore del 7% rispetto a inizio anno.
Il differenziale tra l’inflazione del carrello della spesa e quella complessiva si è ulteriormente ampliato, raggiungendo 1,9 punti percentuali. I beni alimentari, che rappresentano quasi il 90% del paniere di spesa quotidiano, costano oggi in Italia il 30% in più rispetto al 2019, un incremento comunque inferiore a quello medio europeo (+39,2%), ma più pesante rispetto alla Francia (+27,5%).
L’inflazione di fondo, che esclude energetici e alimentari freschi, si è attestata al 2,1%, segnalando come le tensioni sui prezzi continuino a incidere soprattutto sui consumi primari e sui servizi.