La Guardia di Finanza scopre e sequestra 315.000 abiti contraffatti e dona i capi di copertura alla Fondazione Luchetta
Trieste – Nuova operazione contro la contraffazione al porto di Trieste, dove la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli hanno intercettato una spedizione contenente capi di abbigliamento e accessori contraffatti. La merce, arrivata da Tekirdag in Turchia e diretta a Varsavia, era nascosta all’interno di un tir con targa turca individuato grazie a un’analisi di rischio condotta dagli operatori in servizio nello scalo giuliano.
Tra gli articoli regolarmente dichiarati sono stati rinvenuti capi riportanti marchi di lusso come Chanel, Burberry, Dolce e Gabbana, Louis Vuitton, Gucci, Guess, Moncler e Prada. Una volta immessi sul mercato del falso, i prodotti avrebbero garantito un profitto illecito stimato attorno ai tre milioni di euro.
Denunciato il rappresentante legale dell’azienda destinataria
Il rappresentante legale di una società polacca risulta denunciato alla competente Autorità giudiziaria per introduzione nel territorio nazionale e commercio di prodotti con segni falsi. Come previsto dal Decreto legislativo 188/2021, la sua eventuale colpevolezza potrà essere accertata solo al termine del processo.
Le perizie delle aziende titolari dei marchi hanno confermato la contraffazione dei prodotti e dei relativi segni distintivi. Gli articoli sequestrati saranno avviati alla distruzione.
Donati in beneficenza 14mila capi di abbigliamento “di copertura”
Nel corso del controllo sono stati sequestrati anche circa 14mila capi di abbigliamento non contraffatti, utilizzati come “carico di copertura”. Su disposizione dell’Autorità giudiziaria, questi ultimi sono già stati destinati alla beneficenza. La Fondazione triestina “Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin Ets” si occuperà della distribuzione.
La presidente della Fondazione, Daniela Schifani, ha espresso gratitudine per il gesto: «Ringrazio la Procura di Trieste, la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Dogane per l’importante donazione alla nostra Fondazione. L’attenzione e la sensibilità dimostrata aiuta notevolmente i nostri sforzi e ci permette di provvedere a ciò di cui le persone che quotidianamente accogliamo hanno bisogno e migliorare, per quanto possibile, la qualità delle loro vite. Siamo grati d’avere ricevuto questo sostegno».
Trieste snodo del falso
Il porto giuliano si conferma uno dei principali punti di accesso nell’Unione per il traffico di prodotti contraffatti. Negli ultimi due anni, secondo i dati forniti, sono stati intercettati quasi due milioni di articoli irregolari di diversa tipologia. Un fenomeno che continua a richiedere un’attività costante di monitoraggio e repressione.
L’operazione delle scorse ore, oltre a impedire l’ingresso sul mercato di un’ingente quantità di capi falsi, ha prodotto anche un effetto positivo sul territorio grazie alla devoluzione dei prodotti non contraffatti a persone in difficoltà.

