La truffa dei diamanti: dichiarazioni della Federpreziosi

Pordenone – È stato necessario l’intervento da parte della Guardia di Finanza di Milano, su mandato della Procura meneghina, per dare finalmente il via a seri interventi nei confronti degli operatori e delle aziende coinvolti nella truffa dei diamanti da investimento.

“Interventi che, siamo certi, porteranno in maniera definitiva e in tempi brevi a positive soluzioni per le migliaia di risparmiatori i quali, malgrado le azioni delle Associazioni e delle istituzioni preposte ai controlli, vedevano minacciata la possibilità di recuperare il denaro investito in diamanti agli sportelli bancari”,

Aldo Biscontin (Federpreziosi)

Così Aldo Biscontin (nella foto), presidente del gruppo Ascom- Federpreziosi di Pordenone, che invita i risparmiatori a rivolgersi sempre ad esperti del settore, quali i gioiellieri, per avere informazioni fondate e veritiere sui prezzi dei preziosi.

“Ci riferiamo – prosegue Biscontin – ai sequestri preventivi per oltre 700 milioni di euro a carico delle persone giuridiche ritenute responsabili della presunta maxitruffa sulla vendita di diamanti cosiddetti ‘da investimento’.  I gioiellieri lo avevano detto. Nel settembre del 2016 Federpreziosi-Confcommercio aveva nuovamente portato all’attenzione dei mass media e degli organismi di vigilanza una problematica che rischiava di avere pesanti conseguenze per gli operatori e per il pubblico”.

In più sedi la federazione di categoria aveva dichiarato che “quello dei diamanti è un ‘business’ che, con il perdurare della crisi e gli scossoni che i mercati subiscono con una certa violenza, si affaccia sempre più spesso sulle pagine dei giornali. L’idea che più volte passa attraverso i canali dell’informazione è che un funzionario di banca o di una società intermediatrice sia più attendibile di un gioielliere, anche se è quello di fiducia”.

Ribadisce Biscontin: “Ora l’acquisto del ‘solitario’ rischia di non essere più legato al piacere di vederlo montato su di un bel gioiello da indossare, ma, semplicemente, il diamante sembra essere annoverato fra le strategie alternative per proteggere il proprio denaro dall’altalena dei mercati finanziari. Si parla di bene rifugio, di beni da investimento, di migliori quotazioni – ora per le pietre più grandi, ora per quelle più pure – di qualità gemmologiche, di risparmio tutelato, ma anche di rivalutazione delle somme impiegate”.

A questo punto l’Associazione provinciale di categoria auspica che i recenti avvenimenti che hanno portato al sequestro di un ingente quantitativo di beni, e i reati ipotizzati di truffa aggravata e autoriciclaggio portino a fare definitiva chiarezza nell’interesse di tutti: clienti, operatori ed artigiani del gioiello.

Print Friendly, PDF & Email
Condividi