L’uso dell’intelligenza artificiale nello studio dei virus, workshop internazionale a Trieste
Trieste – L’Intelligenza Artificiale sta aprendo nuove frontiere nella lotta ai virus, rendendo possibile prevederne l’evoluzione e accelerare la creazione di vaccini. È quanto emerso il 9 settembre a Trieste, durante il workshop internazionale “AI in Virology: Leveraging AI to Advance Our Understanding of Viruses” (L’Intelligenza Artificiale in virologia: sfruttare l’AI per approfondire la nostra comprensione dei virus) organizzato dall’Unità di Virologia di Area Science Park, che ha riunito virologi di fama internazionale ed esperti di AI.
Per decenni i ricercatori hanno dovuto coltivare i virus in laboratorio per studiarne il comportamento, un processo lungo e complesso. Con l’arrivo della genetica è stato possibile leggerne il genoma, mentre oggi l’Intelligenza Artificiale compie un ulteriore passo in avanti, imparando a “leggere” il linguaggio delle proteine, le macchine molecolari che permettono ai virus di infettare le cellule e replicarsi.
«I nuovi modelli linguistici applicati alle proteine – ha spiegato Giuditta De Lorenzo, virologa di Area Science Park – ci consentono di prevedere quali mutazioni un virus possa sviluppare. Questo ci permette di anticiparne l’evoluzione e di progettare vaccini più efficaci e stabili». Le ricerche condotte a Trieste si concentrano anche sugli effetti dei virus all’interno delle cellule e sulla collaborazione tra virologia e data engineering per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche.
Uno degli ambiti più promettenti è quello della cosiddetta Reverse Vaccinology 3.0, che grazie all’AI consente di individuare rapidamente gli antigeni più vulnerabili di un virus. «La velocità di scoperta di candidati vaccinali è senza precedenti – ha sottolineato Emanuele Andreano, della Fondazione Biotecnopolo di Siena – e consente di ridurre notevolmente i tempi di sperimentazione, individuando subito anticorpi e target virali».
Accanto alle opportunità, gli esperti hanno però richiamato l’attenzione anche sulle sfide. L’uso di supercomputer richiede enormi risorse energetiche e investimenti in infrastrutture, mentre il potenziale duplice utilizzo delle tecnologie – utile in medicina ma rischioso se impiegato per fini illeciti – solleva interrogativi etici e di sicurezza.
«È fondamentale stabilire regole internazionali condivise e sistemi di controllo solidi – ha dichiarato Alessandro Marcello, virologo dell’ICGEB – per garantire che l’AI venga utilizzata solo a beneficio della salute umana, evitando derive pericolose».