Prorogati per altri 6 mesi i controlli al confine tra Italia e Slovenia. Le opposizioni: spesa inutile

Roma – Il Governo Italiano ha deciso di prolungare di sei mesi la sospensione del trattato di Schengen, ripristinando i controlli di frontiera al confine con la Slovenia.

La decisione è stata comunicata dal Viminale e avviene in parallelo con l’annuncio della Slovenia di prorogare i controlli ai confini con Croazia e Ungheria.

La decisione è stata ufficializzata dopo un colloquio telefonico tra il Ministro dell’Interno italiano, Matteo Piantedosi, e il suo omologo sloveno, Boštjan Poklukar, avvenuto la sera di martedì 21 maggio.

I controlli continueranno per altri sei mesi, a partire dal 19 giugno, a seguito dell’innalzamento del livello di attenzione per la Presidenza di turno italiana del G7.

«Come sempre, le modalità di controllo saranno attuate per minimizzare l’impatto sulla circolazione transfrontaliera e sul traffico di merci», ha dichiarato Piantedosi, aggiungendo che c’è la volontà di trovare soluzioni efficaci per un ritorno a una libera e sicura circolazione. Ha anche annunciato una prossima riunione trilaterale tra Italia, Croazia e Slovenia per discutere ulteriori collaborazioni.

I controlli, reintrodotti per la prima volta il 21 ottobre scorso e successivamente prorogati di cinque mesi, dovevano terminare il 18 giugno, ma saranno ora estesi fino a dicembre, come indicato sul sito del Viminale.

Le opposizioni: spesa inutile e passo indietro su libertà di circolazione

Le opposizioni, tuttavia, criticano fortemente la decisione. Caterina Conti, segretaria del Pd Fvg, ha dichiarato: «Altri sei mesi di milioni di euro sprecati, altro personale delle forze dell’ordine sottratto alle vere necessità della sicurezza nelle città, un altro passo indietro contro la libertà di circolazione».

«È inquietante – prosegue Conti – che, a pochi giorni dalle elezioni europee, il Governo Meloni prenda provvedimenti palesemente inutili e contrari allo spirito fondativo dell’Unione Europea. Non è questa l’Italia e l’Europa che serve. Vogliamo un’Europa dove ci sia la libera circolazione di persone, idee e merci, in piena sicurezza. Un’Europa delle persone e non della burocrazia. Dopo un anno di sprechi, l’eccezione è diventata la regola: la destra senza sogni impone così vecchi confini e inefficaci restrizioni».

 

 

 

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