Ritrovati nel giardino di Sdraussina resti umani, forse sono quelli dell’ex postino scomparso

Sagrado (Go) – Dopo più di cinque anni di silenzio e ipotesi, il caso della scomparsa di Vito Mezzalira, ex dipendente di Poste Italiane originario del Mantovano e residente a Trieste, potrebbe aver trovato un drammatico epilogo. La scorsa settimana, nel giardino della sua abitazione in via Nuova, nella frazione di Sdraussina, i carabinieri hanno rinvenuto resti umani nascosti in un sacco nero, sepolti a circa quattro metri di profondità all’interno di un pozzo per le acque nere che era stato successivamente sigillato con cemento.

Le operazioni di scavo, coordinate dalla Procura della Repubblica di Gorizia, sono state condotte dai carabinieri del Nucleo Investigativo, con il supporto dei vigili del fuoco e di tecnici specializzati. Il ritrovamento è stato possibile grazie a una lunga attività investigativa che ha incrociato strumenti tecnologici e indagini sul campo.

Determinanti si sono rivelate le immagini satellitari di Google Earth, che hanno mostrato un dettaglio finora rimasto inosservato: nel giardino dell’abitazione di Mezzalira, dopo la sua scomparsa nel 2019, il pozzo originariamente visibile risultava improvvisamente cementato. Sulla base di queste evidenze, la procura ha disposto nuovi scavi, supportati da georadar e unità cinofile specializzate, che hanno consentito di individuare il punto preciso dove scavare.

A circa quattro metri di profondità, all’interno del pozzo sigillato, gli investigatori hanno rinvenuto ossa e altri resti umani contenuti in un sacco nero. Tutto lascia pensare che si tratti di Vito Mezzalira, ma l’identificazione ufficiale potrà arrivare solo dagli accertamenti medico-legali disposti per chiarire sia l’identità della vittima sia le cause del decesso.

L’inchiesta, che procede per omicidio volontario, occultamento di cadavere e truffa aggravata, vede attualmente indagati la compagna di Mezzalira, Mariuccia Orlando, il fratellastro della donna e, in un secondo momento, anche il figlio della stessa. Secondo le ipotesi degli investigatori, l’occultamento del corpo potrebbe essere stato finalizzato a continuare a percepire la pensione dell’uomo.

Il ritrovamento dei resti rappresenta una svolta decisiva in una vicenda che per anni aveva lasciato aperte varie ipotesi, tra cui un allontanamento volontario. Ora, le indagini della Procura di Gorizia e dei carabinieri puntano a ricostruire con precisione la dinamica dei fatti e il ruolo di ciascun indagato, in attesa che le analisi forensi confermino definitivamente l’identità di quei resti che potrebbero restituire verità e giustizia a un mistero rimasto irrisolto per troppo tempo.

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