Rotta Balcanica: visita del sottosegretario agli Interni. Chiesto ripristino delle riammissioni informali

Trieste – Il sottosegretario agli Interni Nicola Molteni è giunto a Trieste per fare il punto sugli ingressi di migranti dal confine Est provenienti dalla “Rotta Balcanica”. In tale occasione si è anche recato in visita alla struttura della Polizia di Frontiera di Fernetti.

Il tema centrale in questo momento è quello delle riammissioni informali verso la Slovenia, che la Regione auspica vengano riprese prima possibile e che trova concorde anche il sottosegretario.

“Bisogna non solo rafforzare il presidio attraverso i militari e potenziare i pattugliamenti misti con la Slovenia, ma questo rischia di essere vanificato se non torniamo a fare le riammissioni informali”.

“I flussi migratori via terra sulla rotta balcanica si sono riaperti, i numeri sono in aumento in modo importante, il 20-25% in più rispetto al 2020”, ha spiegato Molteni.

“La necessità è che ci sia una scelta politica seria di tornare alle riammissioni informali per dare un segnale di attenzione da parte del Paese alla rotta migratoria”.

Con riammissioni informali a rischio i diritti fondamentali

Quello delle riammissioni è un tema scabroso poiché, come ha rimarcato recentemente l’Asgi (Associazione Studi Giuridici sull’immigrazione), esiste il rischio di “rimpallo” dei migranti verso Croazia, Serbia e Bosnia Erzegovina, senza che questi possano esercitare il diritto – garantito dalla Costituzione e dai regolamenti europei – di richiedere protezione internazionale.

In questo tragico “gioco dell’oca” i migranti della “Rotta Balcanica” subiscono trattamenti inumani e degradanti.

Il rispetto dei diritti fondamentali e della dignità umana – sottolinea Asgi – costituiscono elementi imprescindibili, ai sensi dell’art. 67 Tfue (norma di apertura dello Spazio di libertà, sicurezza e giustizia, entro cui si inserisce la competenza nella materia della protezione internazionale dell’UE) e della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (“CDFUE”), la quale indica il rispetto della dignità umana quale valore fondante dell’Unione europea, qualificandola come inviolabile, meritevole di rispetto e tutela.

A tale proposito Asgi ricorda l’ordinanza adottata il 18.1.2021 dal Tribunale di Roma, con cui è stato accolto il ricorso urgente presentato da un cittadino pakistano, riammesso nel luglio del 2020 dall’Italia alla Slovenia, da qui in Croazia e quindi in Bosnia.

L’ordinanza aveva posto in luce la contrarietà della prassi attuata dalle autorità di frontiera, sulla base di un accordo bilaterale di riammissione, alla luce delle norme italiane, internazionali e dell’Unione europea, riconoscendo altresì il diritto del ricorrente, sulla base dell’art.10, comma 3, della Costituzione (“Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge”) di fare ingresso in Italia al fine di presentare la domanda di protezione internazionale.

La Regione FVG di fronte al fenomeno della Rotta Balcanica

“È molto positivo che l’esponente del Governo abbia potuto toccare con mano quali sono le reali problematiche che investono il nostro territorio in particolare a riguardo dell’immigrazione, visitando le strutture di Polizia dove le persone appena rintracciate vengono identificate e inizia quel percorso che, eventualmente, porta all’accoglienza”.

Questo il commento dell’assessore alla Sicurezza e all’immigrazione nel corso della visita, insieme al sottosegretario agli Interni, alla struttura della Polizia di Frontiera di Fernetti.

Nel corso dell’incontro l’esponente della Giunta regionale ha ricordato quanto il fenomeno della rotta balcanica troppo spesso venga sottovalutato. Gli sbarchi fanno più notizia delle migliaia di migranti che giungono in Italia attraverso la frontiera terrestre, ma l’impatto sul nostro territorio è pesante, dato che negli ultimi due anni è stato registrato un aumento costante di persone rintracciate.

Secondo l’assessore regionale alla fine di questa stagione, prima che il flusso migratorio si blocchi a causa dell’inverno, toccheremo quota 10mila arrivi. Un dato che pesa su tutte le istituzioni che stanno operando insieme per migliorare la situazione, suggerendo anche delle soluzioni di carattere normativo.

(Foto tratta dalla pagina Facebook di “SOS Carso”)

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