Si chiude con successo la rassegna culturale Dedica a Pordenone

Pordenone – Dedica, organizzato per la sua 28. edizione dall’associazione culturale Thesis, per otto giorni ha acceso i riflettori sull’intera opera dell’autore di “Bussola”, Mathias Énard, premio Goncourt, conducendo il pubblico in un percorso di approfondimento a 360 gradi della sua poetica, attraverso conferenze, letture sceniche, cinema, mostre, libri, confronti con gli studenti di tutte le età, incontri che rafforzano la collaborazione con le università di Klagenfurt, Venezia e Udine.

Il festival Dedica si è chiuso sabato sera con il concerto di Dhafer Youssef nella sala Capitol di Pordenone, evento anche questo sold out, come si è verificato più volte nel corso dei 13 appuntamenti in programma e già prima durante il percorso delle anteprime in varie località della regione, dato che suggella l’apprezzamento della rassegna e premia uno sforzo organizzativo notevole.

Con molta probabilità inserirà un capitolo – non previsto – nel saggio sui confini a cui sta attualmente lavorando Mathias Énard, incentrato quest’anno sulla sua opera. E riguarderà il significato del confine in Friuli, con particolare riferimento all’Isonzo.

Assume dunque anche questo risvolto inatteso l’esperienza vissuta dall’autore a Pordenone e in regione “un’intensa settimana che potrebbe cambiare qualcosa nel mio attuale progetto di scrittura”, ha dichiarato Énard, manifestando poi soddisfazione “per i contenuti, gli interventi dei vari relatori, per il pubblico competente che ho sentito vicino e affettuoso, per l’accoglienza di una città dove chi mi riconosceva per strada mi salutava come se fossi pordenonese da sempre”.

Si è detto inoltre colpito dalla preparazione degli studenti, soprattutto quelli dei licei. “Mi hanno rivolto le domande più profonde, più fresche, forse perché per loro la letteratura è ancora qualcosa di nuovo e hanno trovato nei miei libri qualcosa che non si aspettavano”.

Soddisfatto, il curatore di Dedica Claudio Cattaruzza, parla di un’edizione che ha confermato “la straordinaria levatura di Énard non solo come autore ma anche come persona” e “la capacità della sua opera e dei valori che esprime di raggiungere un pubblico di diverse età”.

 

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