Trieste, al via Agorai, l’Innovation Hub di Generali tra ambizioni e interrogativi

Trieste – È stato presentato oggi, 8 aprile, al Generali Convention Center di Trieste il progetto Agorai – Humanize the Future, un nuovo polo di innovazione sull’intelligenza artificiale (IA) promosso dal gruppo Generali in collaborazione con Regione Friuli Venezia Giulia e un ampio partenariato pubblico-privato.

Il centro di eccellenza avrà sede a Palazzo Carciotti, importante edificio sulle Rive di Trieste, a lungo inutilizzato. Prima storica sede delle Assicurazioni Generali, è stato acquistato dal Comune dallo stesso gruppo Generali per 13,2 milioni di euro. L’investimento per la ristrutturazione è stato stimato in circa 60 milioni.

L’iniziativa si propone di collocare Trieste tra i riferimenti europei per l’intelligenza artificiale, puntando su una strategia che unisce innovazione tecnologica, sostenibilità e riflessione etica. La scelta del motto “Humanize the Future” (“Umanizzare il futuro”) riflette l’intento dichiarato di orientare lo sviluppo dell’IA in direzione umanistica, con particolare attenzione agli impatti sociali e culturali.

In questa cornice si colloca, tra l’altro, l’istituzione di una cattedra universitaria in IA responsabile e sostenibile all’Università di Trieste, finanziata da Generali per i prossimi 15 anni, affidata alla professoressa Teresa Scantamburlo, ricercatrice all’Università Ca’ Foscari di Venezia e componente del gruppo di lavoro per l’elaborazione del codice di condotta dell’Unione Europea sull’IA.

Tra i partecipanti alla presentazione figuravano il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e l’amministratore delegato di Generali Philippe Donnet, al quale è stata conferita la medaglia del Presidente della Repubblica.

È stato inoltre annunciato il coinvolgimento di numerosi attori economici, scientifici e istituzionali: tra questi Fincantieri, Illy, Goldman Sachs, Deloitte, l’Università di Udine, la SISSA, MIB Trieste School of Management, ICTP e il centro ricerche IIT. La partnership strategica con Google aggiunge al progetto l’accesso a tecnologie come AlphaFold e modelli avanzati di machine learning.

Il progetto si inserisce in un contesto regionale di forti investimenti in infrastrutture e ricerca, con l’ambizione di trasformare l’elevato tasso di ricercatori sul territorio in una leva di attrazione internazionale. Tuttavia, pur nella chiarezza dell’indirizzo politico e imprenditoriale, non mancano elementi che sollevano interrogativi sulla sostenibilità e l’efficacia dell’operazione.

Dal punto di vista etico, è stato lo stesso CFO di Generali Cristiano Borean a sottolineare i rischi legati all’uso di algoritmi decisionali in ambiti delicati della vita quotidiana. Temi come la qualità dei dati utilizzati per l’addestramento dei modelli, la trasparenza delle soluzioni adottate e la loro comprensibilità da parte degli utenti rimangono al momento affrontati solo in linea teorica. Manca, nei documenti presentati, un piano operativo preciso su come tradurre i principi dell’IA responsabile in strumenti regolativi e di governance interna.

Anche sul fronte del lavoro emergono possibili criticità. Se da un lato il polo si propone come centro di formazione e trasferimento tecnologico, dall’altro non è ancora chiaro in che misura sarà in grado di riqualificare le competenze esistenti né di garantire l’inclusione delle professionalità locali. Il rischio di una polarizzazione tra centri decisionali esterni e territorio è un elemento che merita attenzione, soprattutto considerando la competizione globale nel settore.

Infine, restano da chiarire diversi aspetti tecnici e operativi. La questione della sicurezza informatica, pur menzionata dal ministro Salvini, non è stata accompagnata da indicazioni concrete sui sistemi di protezione che saranno implementati. Analogamente, la complessità degli algoritmi impiegati in settori come la finanza o la sanità pone il tema della loro verificabilità, ancora poco esplorato nei materiali ufficiali. Le tempistiche di realizzazione e i criteri di valutazione dei risultati, al di là del finanziamento della cattedra universitaria, non sono stati dettagliati.

In sintesi, Agorai si presenta come un progetto ambizioso, con un impianto concettuale solido e il sostegno di importanti attori pubblici e privati. Ma perché possa davvero rappresentare un punto di svolta per Trieste e per il ruolo dell’Italia nell’innovazione tecnologica, sarà necessario accompagnare la visione con trasparenza operativa, garanzie etiche concrete e una vera apertura verso il contesto locale e le sue risorse umane.

 

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