Al via la 34^ edizione del Festival Internazionale di Musica Sacra di Pordenone con “Rut. Raccolti di speranza” nel Duomo San Marco di Pordenone

Pordenone – Si apre con un evento di alto prestigio internazionale, la coproduzione musicale allestita con Ravenna Festival e con il Pergolesi Spontini Festival di Jesi, il cartellone della 34^ edizione del Festival Internazionale di Musica Sacra di Pordenone, al via martedì 24 giugno nel Duomo San Marco di Pordenone alle ore 20.45 con “Rut. Raccolti di speranza”.

Un impegno dunque condiviso tra i maggiori festival italiani che coltivano il repertorio sacro e insieme hanno deciso di affidarsi alla creatività di una delle più interessanti giovani compositrici italiane del momento, Marianna Acito.

Il Festival Internazionale di Musica Sacra, diretto dai Maestri Franco Calabretto e Eddi De Nadai, è promosso da Presenza e Culturain collaborazione con Centro Iniziative Culturali Pordenone.

Concepita come una Sacra rappresentazione per Coro, soli e ensemble strumentale, realizzato su testo di Francesca Maso, la produzione porta in scena le suggestioni bibliche del racconto di Rut e vedrà protagoniste tre voci di riferimento – il soprano Laura Zecchini, il mezzosoprano Daniela Pini e il tenore Angelo Testori – affiancate dall’Ensemble La Corelli, Orchestra spesso al fianco di artisti come Bruno Canino, Timothy Brock e Goran Bregović, e dall’Ensemble vocale Heinrich Schütz.  Dirige il concerto il Maestro Mattia Dattolo. Canto di amore, fedeltà e redenzione, l’opera riprende la vicenda biblica della donna, Rut, che giura fedeltà alla suocera, Noemi, dopo la morte dei rispettivi mariti.

Come i quattro movimenti di una sinfonia, i quattro capitoli del libro di Rut ci introducono in altrettanti “miracoli”, in un crescendo irresistibile e quasi romanzesco: dalla sventura alla grazia, da morte a nuova vita, dalla tristezza alla gioia. Con estrema delicatezza, battono il ritmo della salvezza che è sollecitudine silenziosa, cura, accompagnamento e amore. E, così facendo, battono anche il tempo della speranza, tra gesti quotidiani e mutamenti delle sorti dell’umanità.

L’agire divino è presente nell’agire degli uomini e delle donne che si impegnano gli uni per gli altri, in una grande e comune risorsa: la fragilità. Attraverso questo connubio di parole, melodie e gesti simbolici, Rut – Raccolti di speranza ci invita a riflettere sul potere della lealtà e della fede, capaci di trasformare le difficoltà in opportunità e di donare nuova vita a chi è in cerca di consolazione. Il percorso musicale traduce in suono l’evoluzione emotiva delle protagoniste. Al silenzio iniziale – un vuoto carico di perdita – subentra progressivamente una scrittura sempre più densa, capace di accogliere voci, strumenti, coralità. La speranza, tema centrale dell’opera e del Giubileo 2025, è un’idea musicale che attraversa l’intera partitura, trasformandosi e riemergendo in varie forme: una linea melodica fragile, una luce armonica inattesa».

Maestro del coro è Roberto Bonato, i costumi della produzione sono firmati da Manuela Monti. L’Ensemble La Corelli schiera Tommaso Belli violino primo, Valerio Quaranta violino secondo, Matteo Alberani viola, Vanessa Sinigaglia violoncello, Maria Chiara Braccalenti oboe, Maikol Cavallari corno. Il Gruppo Vocale Heinrich Schütz porta in scena nel ruolo di soprano Elisabetta Agostini, Elena Bassi, Victoria Constable, Maria Emma Dolza, Luigia Falleti, Mila Ferri, Sonila Kaceli, Laura Manzoni, Laura Rigotti; i contralto Lisa Foletti, Barbara Giorgi, Grazia Paolella, Claudia Romano, Marta Serra, Laura Vicinelli; i tenori Gianni Mingotti* (solo), Fabio Galliani, Nicola Petralito, Claudio Rigotti, Stefano Visinoni; e i bassi Nelson Capisano, Gianni Grimandi, Giacomo Serra, Enrico Volontieri, Roberto Bona

Al primo concerto del Festival seguirá, domenica 29 giugno, eccezionalmente alle 18.30, un’ulteriore prima assoluta: l’evento giubilare “Del Folle Amore” su partitura del grande compositore Alessandro Solbiati, tratta dalle Laudi del folle amore raccolte da Jacopone da Todi e insieme ispirato alla memorabile interpretazione di Franca Rame nel “Mistero Buffo”. Si tratta di una riscrittura inedita della “passione secondo Maria” che Solbiati aveva firmato nel 2018,  per ensemble vocale di sole quattro voci: una produzione che l’autore, ha voluto dedicare alla madre di Giulio Regeni e a tutte le madri-coraggio del mondo. In scena l’Orchestra Filarmonica Vittorio Calamani. e nell’anno della Capitale europea della Cultura, un terzo concerto vedrà protagonista la GO!Borderless Orchestra e Coro, gran finale con il celebre Portland-Phoenix Choir, in arrivo dagli USA.

Il Festival internazionale di Musica Sacra di Pordenone si avvale del contributo del Ministero della Cultura, della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, del Comune di Pordenone e della Fondazione Friuli, con il sostegno di Bcc Pordenonese e Monsile  Partners di progetto sono inoltre ItaliaFestival, FestivalFinder, la Diocesi di Concordia-Pordenone, la Parrocchia di San Marco Evangelista, Coro Fvg, AltoLivenza Festival, Piccolo Opera Festival, Teatro Verdi di Trieste, Associazione Corale Goriziana Seghizzi, Musica Sacra Geistliche Musik, Univerza v Ljubljani Akademija za glasbo, Ute Pordenone, Teatro Verdi di Maniago, Comune di Cordenons, Media Naonis, Liceo artistico Galvani, Comune di San Vito al Tagliamento, Comune di Sesto al Reghena, Istituto Vescovile Guglielmo Marconi, Centro Culturale Casa A. Zanussi, con lo sponsor tecnico Hotel Santin.

Informazioni e programma completo su: https://www.musicapordenone.it

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