Frode da 27,5 milioni di euro legata al superbonus, due denunce e cinque indagati

Gorizia – Una frode da 27,8 milioni di euro legata al Superbonus 110% è stata scoperta dalla Guardia di Finanza dei comandi provinciali di Como e Gorizia, che hanno dato esecuzione a un sequestro preventivo diretto e per equivalente disposto dal Tribunale di Como.

Le indagini, avviate nel 2023, hanno riguardato una società di Lomazzo (Como) operante nel settore edilizio, il cui fatturato era cresciuto in modo anomalo negli ultimi anni, passando da 5 milioni a oltre 75 milioni di euro in tre esercizi. L’inchiesta è partita dopo la segnalazione di un committente che, consultando il proprio cassetto fiscale, aveva scoperto l’attribuzione di un credito d’imposta alla società pur non avendo mai ricevuto i lavori concordati.

I finanzieri dei Nuclei di Polizia economico-finanziaria di Como e Gorizia hanno quindi esteso le verifiche a 137 committenti, residenti in Lombardia e in Friuli Venezia Giulia, che avevano scelto la formula dello “sconto in fattura” per lavori di efficientamento energetico, miglioramento sismico e installazione di impianti fotovoltaici.

Dai riscontri documentali – condotti anche con l’Agenzia delle Entrate, l’Enea e Sogei – sono emerse gravi incongruenze tra le asseverazioni tecniche dei professionisti incaricati e lo stato reale dei cantieri. In sostanza, secondo gli inquirenti, gli amministratori della società avrebbero dichiarato falsamente l’avanzamento dei lavori per ottenere anticipatamente i crediti d’imposta, poi monetizzati o compensati in dichiarazione fiscale.

Cinque professionisti sono indagati per aver rilasciato asseverazioni mendaci, mentre i due amministratori della società comasca sono stati denunciati per truffa aggravata ai danni dello Stato e indebita compensazione.

Il sequestro preventivo, pari al profitto della frode, ha riguardato beni, denaro e crediti fiscali per un totale di 27.878.693 euro, compresi i crediti d’imposta ancora nella disponibilità dell’azienda.

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