Montagna FVG: quattro anni di crescita imprenditoriale nonostante il calo demografico
La montagna del Friuli Venezia Giulia continua a crescere sul fronte imprenditoriale. Per il quarto anno consecutivo, il saldo tra nuove imprese e cessazioni è positivo, invertendo una tendenza negativa che durava da quasi un decennio. È quanto emerge dall’analisi del Centro Studi della Camera di Commercio Pordenone-Udine, che ha fotografato lo stato di salute economica dei 58 comuni montani della regione.
Al 31 dicembre 2024, le sedi di impresa registrate sono 5.018, con un incremento di 43 unità rispetto all’anno precedente. La svolta è arrivata nel 2021, quando per la prima volta dopo anni di chiusure il saldo è tornato positivo con 93 nuove attività. Da allora, la crescita non si è fermata.
Servizi e costruzioni trainano la ripresa
A sostenere la crescita sono soprattutto i servizi, che hanno registrato un aumento del 5,5%, seguiti dalle costruzioni con un più 1,6%. Al contrario, hanno segnato il passo commercio, industria e alloggio e ristorazione. Quest’ultimo settore, pur in calo, mantiene comunque un peso rilevante nell’economia montana: il 17,1% delle imprese si occupa di accoglienza turistica, quasi il doppio rispetto alla media regionale del 9,4%. Anche il settore primario ha un’incidenza maggiore rispetto al resto del Friuli Venezia Giulia.
Il tessuto imprenditoriale montano si caratterizza inoltre per una presenza femminile significativa. Le imprese guidate da donne sono il 26,4% del totale, contro il 22,5% della media regionale, con un picco del 30,1% nel Canal del Ferro e Val Canale. Superiori alla media anche le percentuali di imprese artigiane e giovanili.
Il contrasto con il declino demografico
Questi segnali incoraggianti devono fare i conti con una realtà più complessa: lo spopolamento. Tra il 2019 e il 2025, la popolazione dei comuni montani è scesa da 63.371 a 59.865 residenti, una perdita del 5,5%. Un dato ben più grave del calo dell’1,3% registrato a livello regionale nello stesso periodo. L’area più colpita è il Canal del Ferro e Val Canale, dove la popolazione è calata a un indice di 93,7 rispetto ai 100 del 2019.
“I dati ci raccontano una montagna che, nonostante il costante calo demografico, sta dimostrando di possedere una capacità di reagire e di attrarre iniziative”, ha commentato Giovanni Da Pozzo, presidente della Camera di Commercio Pordenone-Udine. “Il saldo positivo delle imprese non è un evento isolato, ma il segnale di una trasformazione che dobbiamo sostenere come istituzioni”.
L’accessibilità resta una sfida
Uno degli ostacoli principali alla vita in montagna rimane l’accessibilità. Due terzi dei comuni montani sono classificati come periferici o, nell’8,6% dei casi, ultra-periferici. La distanza media dall’aeroporto più vicino è di circa 64 minuti, che diventano oltre 74 minuti per i comuni del Pordenonese montano. Per raggiungere una stazione ferroviaria servono in media 44 minuti, mentre l’accesso autostradale dista circa 23 minuti.
“È fondamentale continuare a monitorare con precisione l’andamento economico della montagna, perché è l’unico modo per dare basi solide alle politiche di sviluppo”, ha aggiunto Da Pozzo. “Noi istituzioni abbiamo l’obbligo di creare condizioni strutturali, soprattutto migliorando infrastrutture e accessibilità, affinché si possa non solo continuare a vivere, ma anche tornare a vivere e lavorare in montagna con prospettive di futuro”.
Come nota positiva, oltre la metà dei comuni montani (51,7%) è catalogata dall’Istat come ad alta o molto alta densità turistica, grazie alla vicinanza a siti di interesse. Un elemento che potrebbe contribuire a consolidare la crescita imprenditoriale degli ultimi anni, soprattutto nei settori legati all’accoglienza e ai servizi.

