A Latisana il ricordo dei 60 anni dalla piena del Tagliamento, con amarezza
Latisana (Ud) – A Latisana si celebra stasera il sessantesimo anniversario dell’alluvione del 2 settembre 1965 con una cerimonia commemorativa in più momenti. Le celebrazioni, che per le condizioni meteo avverse si svolgono in gran parte al chiuso, iniziano alle 19 con la messa in Duomo. Dopo un corteo nelle strade cittadine, al Teatro Odeon è prevista la proiezione di un filmato storico; a seguire, gli interventi delle autorità e la consegna di riconoscimenti ai soccorritori.
Accanto al ricordo delle vittime non mancano voci di protesta ed espressioni di amarezza: nella locandina stessa si evidenzia la lentezza nell’attuazione delle opere di regimazione del Tagliamento, ritenute indispensabili per la sicurezza del territorio. La commemorazione diventa l’occasione per lanciare un appello alle istituzioni, affinché tragedie come quelle del 1965 e del 1966 non si ripetano.
Qui sotto la locandina:
L’alluvione del 2 settembre 1965
Tra l’1 e il 2 settembre 1965, nella zona di Barcis in Valcellina (Pordenone), caddero 828 millimetri di pioggia in appena 48 ore: una quantità eccezionale che stabilì un record regionale tuttora imbattuto. In molte località della fascia montana e occidentale del Friuli Venezia Giulia si superarono i 400 millimetri in poche ore, con temporali continui e violenti. L’intensità oraria fu talmente elevata da saturare in brevissimo tempo i terreni, generando un deflusso anomalo e rapido che alimentò una piena eccezionale del Tagliamento.
A Latisana, l’acqua invase il centro abitato con livelli che in diversi punti raggiunsero o superarono i tre metri, sommergendo case, stalle e magazzini. La portata del fiume toccò valori superiori a ogni piena storica precedente, compresa quella del 1882, e gli argini cedettero in più punti. L’alluvione costrinse all’evacuazione migliaia di persone e provocò 11 vittime, molti feriti e danni ingentissimi ai campi, alle stalle – dove morirono numerosi capi di bestiame – e alle infrastrutture. Le operazioni di soccorso, affidate a vigili del fuoco, forze armate, volontari e protezione civile, si protrassero a lungo in condizioni estremamente difficili.
L’alluvione del 3 e 4 novembre 1966
Appena un anno dopo, tra il 3 e il 4 novembre 1966, lo storico evento meteorologico di eccezionale portata abbattutosi su Nord e Centro Italia colpì duramente anche il Friuli. In 24 ore caddero circa 400 millimetri di pioggia sulla gran parte del bacino del Tagliamento. A queste precipitazioni di portata epocale si aggiunse il rapido scioglimento di neve e ghiaccio in alta quota, causato da un aumento improvviso delle temperature fino a 20 gradi in pianura.
Il deflusso che ne derivò si protrasse per oltre 36 ore, con un volume d’acqua mai sperimentato prima. A Latisana gli argini cedettero nuovamente e le acque raggiunsero livelli superiori ai quattro metri. La portata del fiume toccò i 3.800 metri cubi al secondo, con un livello idrometrico più alto di sei centimetri rispetto al 1965. Quattro rotture degli argini furono registrate nei pressi del paese, sommergendo circa 50 mila ettari di territorio e minacciando seriamente il ponte ferroviario. Anche se il numero delle vittime fu inferiore – quattro quelle accertate – i danni materiali furono devastanti e la popolazione fu ancora una volta messa in ginocchio.
Un territorio fragile: le opere di difesa
Le due alluvioni segnarono profondamente Latisana e la Bassa Friulana, evidenziando la fragilità del territorio. Subito dopo furono rafforzati gli argini e avviati progetti di opere strutturali, come la diga di laminazione prevista a Pinzano negli anni Settanta, tuttavia mai realizzata per le opposizioni locali. Nel 1997 fu approvato un Piano Stralcio che prevedeva casse di espansione, ma anche questo progetto suscitò critiche e non ha risolto in modo definitivo il problema. Negli ultimi anni si è intervenuti con il rialzo e la diaframmatura delle arginature, e con lavori di messa in sicurezza dei ponti. Nonostante ciò, la questione rimane aperta: la messa in sicurezza del medio e basso corso del Tagliamento continua a essere una sfida, tra esigenze di tutela ambientale e necessità di protezione per le comunità esposte ad un pericoloso rischio idraulico.
(La foto storica dell’alluvione del 1966 è tratta dal sito web “La Bassa” – tutti i diritti appartengono agli autori dell’immagine – https://www.labassa.org/index.html)