Cabinovia, allarme del Comitato NoOvovia: “opera senza copertura finanziaria, rischio debito fuori bilancio”
Trieste – Nuova presa di posizione del Comitato NoOvovia in merito alla realizzazione della cabinovia cittadina, progetto da tempo al centro del dibattito pubblico. In una nota firmata dal portavoce William Starc, il comitato solleva gravi preoccupazioni sul futuro dell’opera e sulle ricadute finanziarie per l’amministrazione comunale.
Secondo quanto si legge nel comunicato, «l’opera in questione non ha più copertura finanziaria, in quanto sono venute meno le risorse assegnate con il PNRR, e dunque permane l’incertezza di poter utilizzare il fondo integrativo da 14 milioni dedicato al Piano». In questo scenario, le somme già impegnate per la progettazione, anticipate con fondi comunali, si configurerebbero come debito fuori bilancio. Un passaggio particolarmente delicato, dal momento che – sempre secondo il Comitato – «le risorse impegnate dal Decreto di giugno 2025 non potranno essere utilizzate prima del 2027».
Un appalto già superato?
Il Comitato ricorda che l’opera è già stata assegnata e contrattualizzata con l’Associazione temporanea di imprese vincitrice dell’appalto. Tuttavia, Starc sottolinea come «tutto ciò sia ormai superato dagli eventi», lasciando intendere che l’appalto stesso potrebbe non essere più valido, alla luce dei mutati presupposti normativi e finanziari.
Altro elemento critico evidenziato riguarda l’incompatibilità tra i tempi di realizzazione dell’opera e quelli previsti per l’erogazione dei finanziamenti ministeriali, che dovrebbero iniziare solo a partire dal 2027 e in diverse tranche. Un disallineamento temporale che, secondo il Comitato, renderebbe il progetto difficilmente sostenibile nei tempi originariamente previsti.
Il ruolo di Leitner e l’ipotesi di una Class Action
Nel mirino del Comitato anche la capofila del raggruppamento temporaneo di imprese, Leitner, invitata esplicitamente a chiarire la propria posizione: «Sarebbe interessante sapere cosa pensa Leitner – scrive Starc – che in quasi tre anni dall’aggiudicazione ha promosso l’opera partecipando a eventi e pubblicando articoli».
Il tono si fa ancora più duro nel finale, dove si preannuncia la possibilità di una Class Action contro coloro che, secondo il Comitato, avrebbero responsabilità nella gestione del procedimento: «Non escludiamo di attivare una Class Action nei confronti di chi ha portato avanti questo iter senza le necessarie garanzie di copertura e coerenza finanziaria».
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