Caro benzina, confermato lo sciopero del 25 e 26. In FVG altri 10 cent di sconto

Roma – Niente accordo tra governo e sindacati dei distributori. Le sigle di categoria hanno confermato lo sciopero delle pompe di carburante proclamato per il 25 e 26 gennaio. Lo sciopero si svolge dalle 19.00 del 24 gennaio alle 19.00 del 26 gennaio ed interessa anche i self service. Saranno però garantiti dei servizi minimi essenziali con un determinato numero di stazioni di servizio in funzione sia nelle città sia sulle reti autostradali.

Intanto, vista la situazione di forti aumenti del prezzo, la Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia ha deciso di incrementare la riduzione di ulteriori 10 centesimi al litro, per benzina e per gasolio, per i residenti nei Comuni confinanti a meno di dieci chilometri dalla Slovenia.

Il nuovo incremento dello sconto di dieci centesimi al litro per la fascia confinaria porta a uno sconto complessivo di 44 cent al litro.

In Friuli Venezia Giulia il taglio dello sconto sulle accise aveva portato i distributori delle zone prossime ai confini a perdere la loro competitività con quelli della vicina Slovenia.

Infatti, nonostante la Regione Friuli Venezia Giulia eroghi ai propri cittadini un contributo che giunge fino a 29 centesimi al litro nella zona 1 (con ulteriori 5 cent di sconto per le auto ibride), il prezzo sloveno restava imbattibile (rilevato a Lipica il 17 gennaio: 1,288 euro al litro per la benzina ordinaria).

Il comunicato delle sigle sindacali

Gli incontri svoltisi nei giorni scorsi al ministero delle Imprese e del Made in Italy tra le sigle associative del settore ed il governo, a cui ha partecipato anche il ministro Adolfo Urso, non hanno portato risultati accettabili da parte dei rappresentanti dei distributori.

Le sigle associative Faib, Fegica e Figisc/Anisa hanno emesso un comunicato congiunto:

“Ancora oggi il Governo non ha saputo o voluto assumere la responsabilità di prendere impegni concreti sulle questioni che direttamente possono incidere anche sui prezzi dei carburanti. Immaginando evidentemente di poter continuare ad ingannare gli automobilisti gettando la croce addosso ai benzinai”.

“Confermato il pessimo giudizio sul decreto, pasticciato ed inefficace, a cui sarà necessario mettere mano pesantemente in sede di conversione, abbiamo proposto con serietà al Governo di assumere alcune iniziative tutte ispirate al recupero della piena legalità nel settore ed al ripristino di un sistema regolatorio certo, con l’obiettivo di adeguare efficienza e gli standard di servizio offerti agli automobilisti italiani e ottenere la proposizione di prezzi dei carburanti equi e stabilmente contenuti”.

“Nel medio periodo è necessario l’avvio di un confronto che metta immediatamente in cantiere la riforma del settore volta a chiudere 7.000 impianti, che secondo una stima prudente sono attualmente nelle mani della criminalità più o meno organizzata, recuperare al gettito erariale circa 13 miliardi di euro sottratti ogni anno alle casse dello Stato e quindi ripristinare condizioni di mercato e concorrenza non drogate”.

“Più nell’immediato deve essere urgentemente varata la norma che preveda controlli e sanzioni – attualmente inesistenti – per i titolari deli impianti che non rispettano gli obblighi di legge imposti sui contratti di gestione e gli accordi collettivi, posto che almeno il 60% dei gestori è senza contratto o con contratti illegali e condizioni economiche minime”.

“Inoltre, è necessario che il Mit apra immediatamente il confronto sul Decreto Ministeriale che regola le concessioni delle aree di servizio autostradali, perché finalmente alle società concessionarie venga sottratta la possibilità di sfruttare a proprio esclusivo beneficio economico un bene in concessione pubblica come le autostrade e possano essere adeguati sia la qualità dei servizi che i prezzi attualmente fuori controllo”.

“Il tutto deve trovare collocazione all’interno di un Accordo sottoscritto in sede di Presidenza del Consiglio, ad indicare la collegialità dell’intero Governo e sottrarre la vertenza in atto a qualsiasi speculazione all’interno della maggioranza”.

“In attesa delle valutazioni del Governo, lo sciopero previsto per i giorni 25 e 26 febbraio è confermato. Per fare emergere serietà e competenza richiesta c’è tempo fino al minuto prima della chiusura degli impianti”.

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