Cgil in piazza contro la guerra a Gaza: mobilitazioni a Pordenone, Trieste, Udine e in molte città italiane
FVG – Il 19 settembre, in Friuli Venezia Giulia come in molte altre città italiane, il sindacato Cgil ha organizzato una giornata di mobilitazione contro la guerra a Gaza e in solidarietà alle sofferenze della popolazione palestinese.
A Pordenone si è svolto un presidio in piazza Risorgimento, con circa duecento partecipanti secondo gli organizzatori. Questa iniziativa aveva l’obiettivo di dare un segnale forte al Paese e di spingere il governo italiano ad assumere una posizione più decisa contro l’occupazione di Gaza.
Fabrizio Marcon, segretario provinciale Cgil, ha sottolineato che la pressione popolare può essere decisiva, anche in un contesto in cui le proposte europee di sanzioni verso Israele sono considerate troppo blande e il consenso politico a livello nazionale e internazionale è incerto.
Oltre al presidio di Pordenone, sono stati organizzati altri eventi in regione: un presidio al Porto di Monfalcone (Gorizia) con striscioni e bandiere, una manifestazione a Udine e un sit-in serale a Trieste in piazza Venezia.
A Udine è intervenuto il deputato del Pd Enzo Amendola, ex ministro degli Affari europei, che ha presentato il suo libro “L’Imam deve morire”:
“È necessario intervenire adesso nella crisi in Medio Oriente, fermare le stragi. Serve un’azione diplomatica vera e propria, non solo preoccuparsi, non solo declamare. Sono giornate importantissime perché l’invasione israeliana a Gaza, che è illegale, criminale, brutale per la popolazione civile, va fermata”.
“L’Unione europea, con la Commissione, ha fatto delle proposte, ma il Governo italiano ancora non ha detto se le sosterrà”. “Lunedì all’Assemblea Generale dell’Onu si discuterà anche del riconoscimento della Palestina con Paesi che si sono già schierati ma l’Italia – ribadisce Amendola – manca all’appello”.
A Pordenone sono previsti eventi a favore della Palestina anche domani sabato 20 settembre con un nuovo presidio e in serata un incontro alla parrocchia Sacro Cuore, con la testimonianza anche di un sacerdote che arriva proprio dalla Palestina.
In tutta Italia la mobilitazione della Cgil ha visto anche scioperi, manifestazioni e presidi, con l’obiettivo di fermare l’escalation militare, garantire il cessate il fuoco, sostenere i corridoi umanitari e riconoscere lo stato di Palestina.
Le manifestazioni nelle altre città
A Milano si è tenuto un presidio in Largo Cairoli con la partecipazione di sindacati, ANPI e ARCI. È stato proclamato uno sciopero di 4 ore a fine turno nei settori privati. Gli slogan denunciavano l’invasione israeliana e chiedevano il cessate il fuoco, la sospensione degli accordi commerciali con Israele e il riconoscimento dello Stato di Palestina.
A Torino oltre duemila persone hanno manifestato in piazza San Carlo: la protesta si è aperta con il suono di sirene evocanti la guerra e i bombardamenti su Gaza, tra bandiere palestinesi e sindacali, mentre centinaia di barchette di carta sono state deposte come simbolo di sostegno all’iniziativa Global Sumud Flotilla.
A Roma si è svolto un presidio davanti a Montecitorio, con interventi di esponenti sindacali come Natale Di Cola, segretario Cgil Roma e Lazio, che ha ribadito la richiesta al governo di sospendere i rapporti con Israele, bloccare l’invio di armi e aprire corridoi umanitari. La mobilitazione nella capitale ha incluso anche uno sciopero nazionale con assemblee nei posti di lavoro.