Donne detenute in Italia. Numeri, criticità e un laboratorio per il riscatto a Trieste
Trieste – Il tema della condizione femminile all’interno degli istituti penitenziari italiani sarà al centro dell’incontro pubblico in programma lunedì 22 settembre alle ore 17.30 al Circolo della Stampa di Trieste. L’appuntamento, promosso dall’associazione Copersamm – Conferenza per la Salute Mentale nel Mondo Franco Basaglia, vedrà la partecipazione di esperte come Susanna Ronconi e Giovanna Del Giudice e offrirà uno spazio di riflessione sulla realtà delle donne detenute, sui loro bisogni specifici e sulle difficoltà che incontrano in un sistema pensato in larga parte per i detenuti uomini.
Secondo l’ultimo aggiornamento del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, al 31 gennaio 2025 le donne recluse erano 2.718 su 61.916 detenuti. Una percentuale minima, ferma negli anni a poco più del 4 per cento.
«Il numero di donne detenute è nettamente inferiore a quello degli uomini, con evidenti ricadute per quanto concerne la collocazione sul territorio, i trattamenti previsti e applicati, la vita carceraria in generale, i percorsi rieducativi nel loro complesso applicati e le risorse economiche adoperate; tutti elementi che risultano parzialmente compromessi», afferma l’associazione Antigone nel Primo rapporto sulle donne detenute in Italia, datato 31 gennaio 2023.
«Il sistema penale investe la maggior parte delle risorse sul controllo della devianza maschile e sul mantenimento dell’ordine, relegando il sistema detentivo femminile a una spesa residuale. In altre parole le donne hanno spazi più piccoli, minore possibilità di risposta ai bisogni specifici, meno strutture e quindi meno possibilità di scontare la pena vicino al territorio in cui si hanno reti familiari e sociali», spiega ancora Antigone.
Per questo è importante attivare risorse e iniziative per ridurre le disuguaglianze anche all’interno del carcere con l’obiettivo di diminuire il tasso di recidiva e favorire il reinserimento sociale una volta scontata la pena, ma ancor prima per garantire dignità alle donne detenute e promuovere attraverso la scrittura il rafforzamento dell’autostima e la valorizzazione di sé, attraverso un percorso che le aiuti a trovare le parole per pensare al passato in un modo nuovo, cogliendo gli spunti per riflettere su di sé e re-immaginare un futuro possibile.
Di tutto questo si parlerà domani, lunedì 22 settembre, in un incontro aperto alla cittadinanza, in programma al Circolo della Stampa alle ore 17.30, in cui saranno anche presentati gli esiti del laboratorio di lettura e scrittura che l’associazione Copersamm – Conferenza per la Salute Mentale nel Mondo Franco Basaglia ha realizzato nella sezione femminile della Casa Circondariale di Trieste da marzo ad oggi grazie a un finanziamento della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
Tra i frutti del progetto, che si intitola “Costruire/Cambiare/DENTRO/FUORI – Laboratorio di scrittura per la socializzazione e l’emancipazione delle donne detenute presso la Casa Circondariale Ernesto Mari di Trieste”, una pubblicazione dal titolo Noi, donne del quarto piano, che raccoglie i contributi delle donne detenute che hanno partecipato al laboratorio.