FVG verso il ritorno delle Province elettive, la Regione al lavoro per attuare la riforma

FVG – In Friuli Venezia Giulia prende forma concreta il percorso di reintroduzione delle Province elettive. Dopo l’approvazione in Commissione Affari costituzionali del Senato del disegno di legge costituzionale che modifica lo Statuto speciale regionale, la macchina amministrativa è già in moto per dare seguito alla riforma.

La Regione ha avviato le attività necessarie per la costituzione dei nuovi enti provinciali, il trasferimento delle competenze, la definizione della legge elettorale e l’elaborazione di un modello di governance aggiornato. L’obiettivo è quello di costruire un sistema istituzionale capace di garantire rappresentanza diretta, servizi efficienti e un migliore coordinamento territoriale.

A essere interessate dal cambiamento saranno le quattro Province storiche della regione: Udine, Pordenone, Gorizia e Trieste.

Le province in Friuli Venezia Giulia erano state abolite a seguito di un processo avviato con la riforma dello Statuto regionale sancita dalla legge costituzionale 28 luglio 2016, n. 1, che ha cancellato dallo Statuto il riferimento alle province e ne ha previsto esplicitamente la soppressione. Le funzioni provinciali erano state gradualmente trasferite alla Regione, ai Comuni ed alle Unioni Territoriali Intercomunali (UTI), e successivamente agli Enti di decentramento regionale, operativi dal 1° luglio 2020.

Il ritorno all’elezione diretta del presidente e del consiglio provinciale segna una svolta rispetto al modello introdotto a livello nazionale con la legge Delrio del 2014, che aveva trasformato le Province in enti di secondo livello, privi di legittimazione popolare e con funzioni fortemente ridotte.

La riforma – o per meglio dire la controriforma – in atto in FVG, frutto di un lungo lavoro istituzionale e del dialogo tra Regione e Parlamento, si inserisce nel quadro più ampio della revisione dello Statuto speciale, confermando l’autonomia legislativa del Friuli Venezia Giulia nell’organizzazione del proprio sistema delle autonomie locali.

Mentre si attende il passaggio in Aula e la seconda lettura parlamentare per rendere il ritorno alle province pienamente operativo, il processo di attuazione è già partito. Gli uffici della Direzione regionale per le Autonomie locali stanno predisponendo gli atti preliminari per permettere alle nuove Province di essere funzionali e pronte ad affrontare le sfide amministrative del presente e del futuro.

Parallelamente, il dibattito nazionale sulla reintroduzione delle Province è tornato d’attualità. Un disegno di legge delega per l’elezione diretta degli organi provinciali è stato depositato alla Camera nella primavera 2024, ma la discussione è stata sospesa su indicazione della Presidenza del Consiglio, preoccupata per i possibili costi e le ricadute politiche. Secondo alcune stime ministeriali, il ripristino delle Province elettive in tutta Italia comporterebbe spese comprese tra 223 milioni e oltre un miliardo di euro.

Nonostante le incertezze a livello statale, diverse Regioni stanno procedendo in autonomia. Oltre al Friuli Venezia Giulia, anche la Sardegna ha completato la riforma del proprio sistema provinciale, con elezioni già programmate per il 2025. Il tema resta quindi aperto, tra esigenze di rappresentanza democratica, sostenibilità economica e riequilibrio delle funzioni territoriali.

 

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