Guida contro gli stupri e proteste studentesche, a Cividale revocate le deleghe all’assessore

Cividale del Friuli (Ud) – Le polemiche sulla vicenda dell’opuscolo con le istruzioni per prevenire gli stupri, distribuito nei giorni scorsi presso le scuole superiori di Cividale del Friuli, hanno portato alla revoca delle deleghe alle Politiche sociali e giovanili e alle Pari opportunità all’assessore comunale responsabile e al ritiro delle copie in circolazione dell’ospucolo.

Le misure sono state decise il 20 gennaio dalla sindaca di Cividale del Friuli Daniela Bernardi, dopo l’incontro con gli studenti riguardo alle polemiche sui “consigli” per evitare stupri rivolti alle ragazze, contenuti nella pubblicazione edita dal Comune di Cividale con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia e distribuita nelle scuole.

“Non fate sorrisi ironici o provocatori a sconosciuti”; “evitate di indossare oggetti di valore”; “ricordate che l’aggressore osserva e seleziona le vittime anche sulla base di alcuni particolari come gioielli e l’abbigliamento eccessivamente elegante o vistoso”: queste alcune delle frasi scritte nell’opuscolo, che hanno portato alle vigorose proteste da parte dei ragazzi.

Le rimostranze degli studenti

Gli studenti del Convitto Nazionale Paolo Diacono di Cividale, in seguito alla distribuzione del manuale, avevano indetto un’assemblea nella scuola.

Durante l’incontro, i giovani avevano deliberato di chiedere sia un incontro col Comune che un’audizione alla VI Commissione del Consiglio regionale del Fvg per discutere di “percorsi di educazione all’affettività e alla sessualità” e sollecitare l’istituzione di un tavolo ufficiale di confronto con i movimenti studenteschi operanti sul territorio, per ascoltarne le esigenze e raccoglierne le proposte.

“Di concerto con il Collettivo studentesco solidale di Udine con il quale stiamo collaborando e che ha partecipato all’assemblea di oggi – aveva dichiarato in quell’occasione Beatrice Bertossi, coordinatrice del Movimento studentesco per il futuro – abbiamo deciso di chiedere un’audizione alla Commissione del Consiglio regionale che si occupa di istruzione e abbiamo anche pensato di sollecitare il coinvolgimento nella discussione della Commissione Pari Opportunità, perché chiediamo percorsi di educazione all’affettività adeguati e vogliamo essere educati da persone competenti”.

Bertossi aveva anche annunciato un incontro, che si è svolto giovedì 19 gennaio, con la sindaca di Cividale del Friuli, Daniela Bernardi, l’assessore comunale alle Politiche sociali, Catia Brinis, e la società che ha realizzato gli opuscoli su incarico del Comune.

I giovani hanno chiesto all’amministrazione di fare un passo indietro rispetto alle dichiarazioni fatte sinora e anche di non indulgere in atteggiamenti paternalistici, prediligendo la strada della collaborazione.

Interviene la blogger Chiara Ferragni

La questione era stata ripresa anche dalla nota imprenditrice e blogger Chiara Ferragni in una delle sue “storie”, pubblicata sul suo canale Instagram, dove ha oltre 28 milioni di followers.

“In alcune scuole del Friuli – si legge nella “storia” della Ferragni – è stato distribuito un opuscolo ‘antistupro’ che invita le ragazze a non mettere abiti ‘succinti’ per non provocare. I consigli comprendono: evitare ‘sorrisi provocatori a sconosciuti’, ‘non indossare gioielli’, escludere abiti ‘troppo eleganti o vistosi’, ‘non guardare insistentemente l’altrui ragazzo/a’ ed evitare commenti. Molte delle indicazioni distribuite nelle scuole vengono date quindi alle donne, anziché far parte di una strategia di prevenzione che educhi gli aggressori”.

Dusy Marcolin presidente della Commissione regionale per le pari opportunità

Anche Dusy Marcolin, presidente della Commissione regionale per le pari opportunità, ha diffuso nei giorni scorsi una nota interlocutoria sul caso di Cividale, in cui scrive: “Non ho ancora avuto modo di vedere l’opuscolo del Comune di Cividale, ma fin d’ora intendo dissociarmi da qualsiasi tipo di informazione che consigli alle donne come sorridere e come vestirsi. Le donne sono libere di sorridere e di vestirsi come vogliono, e niente può giustificare gli atti di violenza nei loro confronti”.

“Ovviamente – ha premesso la presidente nella nota – voglio vedere quanto è stato stampato e valutarlo con attenzione, ma dalle anticipazioni che ne sono state diffuse ritengo di dissociarmi dai contenuti dell’opuscolo, mettendomi al fianco dei ragazzi che hanno denunciato l’inopportunità di certe frasi. La mia intenzione – concludeva Marcolin – è quella di parlarne anche con la sindaca di Cividale”.

 

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