Il Carso candidato ai “Luoghi del cuore” del Fondo Ambiente Italiano

Trieste – Gli incendi che dal 15 luglio stanno interessando varie zone del Carso, tra Italia e Slovenia, mostrano quanto questo territorio, così peculiare per le sue particolarità ambientali, i suoi fattori geologici, climatici e vegetazionali, geografici e urbanistici, sia fragile, avendo registrato oltre un migliaio di incendi boschivi dal 1990 ad oggi, che mai, tuttavia, avevano raggiunto l’intensità e le dimensioni dei fenomeni di questi giorni. 

Di fronte a questa devastazione, la Direzione Regionale del Fondo per l’Ambiente Italiano per il Friuli Venezia Giulia ha deciso di sostenere la candidatura di tutto il territorio transfrontaliero colpito dai roghi a “I Luoghi del Cuore”, il più grande censimento spontaneo per la tutela del patrimonio italiano promosso dal FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, per far sentire la voce di tutti coloro che lo abitano, lo amano e lo vogliono salvare, recuperandolo, per poterlo tramandare alle future generazioni.

L’iniziativa, presentata a Trieste il 29 luglio, si propone di sensibilizzare cittadine e cittadini sulla necessità di promuovere una maggiore consapevolezza sulla necessità della tutela ambientale, che si basa anche sull’adozione di nuovi comportamenti per mitigare l’impatto dell’uomo sulla natura.

La candidatura è condivisa con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, che vede come media partner il quotidiano Il Piccolo, e che tutti possono votare – maggiorenni, minorenni, italiani e stranieri – cliccando sul sito https://bit.ly/CarsoKrasLDC o attraverso i moduli cartacei di raccolta voti, fino al 15 dicembre 2022.

Il Carso

Pietra. Questo è il significato della radice di origine paleoindoeuropea “kar” o “karra” che si cela dietro il nome italiano Carso, lo sloveno e croato Kras, il friulano Cjars, o  il tedesco Karst. Un luogo suddiviso oggi in più Stati da confini politici (Italia, Slovenia e Croazia), che è sentito caro allo stesso modo da tantissimi che lo vivono come un’unica risorsa, comune e identitaria.

Il luogo infatti è certamente una “pietra miliare”, ovvero un territorio ben presente nell’immaginario collettivo di chi vive in Friuli Venezia Giulia, in particolare nelle ex province di Gorizia e Trieste, come pure in Slovenia e in Croazia, per essere stato teatro di violente battaglie durante la Prima Guerra Mondiale tra le milizie italiane e quelle austro-ungariche.

Dal punto di vista geologico si caratterizza per la sua conformazione fatta di rocce carbonatiche che subiscono fenomeni di lenta dissoluzione a causa delle acque piovane e del vento, grazie alle quali si creano cavità e depressioni a cielo aperto rappresentate dai pozzi verticali e più spesso dalle doline. Un “unicum” così particolare al punto che, in tutto il mondo, aree con composizione del suolo simile sono chiamate “zone carsiche” e fenomeni naturali di questo tipo sono definiti con il termine scientifico di “Carsismo”.

Un territorio che è unico anche per il suo essere accomunato da manufatti simili – i muretti a secco (Patrimonio dell’umanità Unesco), che marcano i terreni coltivabili e recintano i pascoli, i piccoli borghi dalle vie strette per essere meno esposti alla bora – simili produzioni enogastronomiche, una biodiversità di flora e di fauna peculiare, difficilmente riscontrabile in altri angoli del mondo, che va oltre la predominanza della stessa pietra. E certamente di pietra non può essere il cuore di ciascuno di fronte al gravissimo incendio che in questi giorni ha così duramente colpito più zone del Carso, sia in Italia, sia in Slovenia.

Il Carso candidato al censimento “I Luoghi del Cuore” 

“I fenomeni che hanno interessato il Friuli Venezia Giulia in questi giorni, le alluvioni a Pordenone, gli incendi in Friuli, in Carnia e quelli sul Carso, ci hanno lasciati sgomenti. In particolare, dinnanzi a un’emergenza dalle dimensioni così grandi, come quella che è in atto tra Italia e Slovenia e che ha colpito uno dei simboli naturalistici, storici e culturali del nostro territorio non potevamo rimanere in silenzio” afferma Tiziana Sandrinelli, Presidente Regionale del Fondo per l’Ambiente Italiano per il Friuli Venezia Giulia.  

“Per questo motivo abbiamo identificato ne “I Luoghi del Cuore” il più grande censimento spontaneo per la tutela del patrimonio italiano promosso dal FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, uno strumento per far sentire la voce di tutti coloro che abitano, amano e vogliono salvare, recuperandolo, questo territorio, per poterlo tramandare alle future generazioni. Un luogo transfrontaliero che è stato chiamato “Il nostro Carso / Naš Kras” perché è sì suddiviso da confini politici ma al contempo è amato allo stesso modo dai cittadini dei vari Paesi e la cui tutela non può che essere garantita congiuntamente tra Italia e Slovenia, come è stato dimostrato in questi giorni. Abbiamo poi preso contatto immediatamente con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia che ha accolto con estremo favore l’iniziativa della candidatura e con il quotidiano Il Piccolo che ha accettato di essere nostro media partner” prosegue la Presidente Sandrinelli.

Cosa sono i Luoghi del Cuore

Il Censimento “I Luoghi del Cuore” promosso dal FAI è uno straordinario strumento di democrazia: incoraggia e stimola cittadini alla partecipazione attiva e li richiamano alla responsabilità che tutti abbiamo nei confronti del patrimonio da tutelare e promuovere del nostro Paese, come sancito dall’articolo 9 della Costituzione e in piena attuazione del principio di sussidiarietà previsto dall’articolo 118. Grazie al censimento ciascuno può fare la propria parte, segnalando luoghi che ha particolarmente cari, in cui si riconosce e si identifica, che vorrebbe fossero tutelati perché potrebbero essere leve efficaci per lo sviluppo.  

“Il senso dei Luoghi del Cuore è proprio questo: essere una pietra d’angolo che sorregge tutta la costruzione, rendendo poi possibile quello che sembra impossibile, il ritorno alla vita dei luoghi votati – continua la Presidente Sandrinelli. – Inoltre il censimento ci permette di sottolineare come dietro un territorio suddiviso da confini politici battano all’unisono tanti cuori che lo vivono come un’unica risorsa comune, identitaria, come dimostra il fatto che le Istituzioni e i volontari sloveni sono stati e sono vicini al Friuli Venezia Giulia nella gestione dell’emergenza sul versante italiano e le nostre Istituzioni e viceversa i nostri volontari abbiano aiutato e stiano aiutando il contenimento degli incendi presenti sul versante sloveno”.

Il coinvolgimento della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia ha accolto con favore l’iniziativa del FAI perché, una volta che sarà terminata la gestione dell’emergenza, sarà necessario “riportare in vita” i luoghi danneggiati e tale processo richiederà un’analisi accurata degli effetti che il passaggio del fuoco avrà causato sull’ecosistema ambientale per programmare attentamente la ricostituzione dei sistemi naturali ed economici delle aree devastate.

“Vorrei che questa raccolta voti fosse dedicata a Elena Lo Duca, la volontaria che ha perso la vita durante la lotta agli incendi e attraverso quest’iniziativa ringraziare tutta la catena che ha coinvolto Stato, Regione, Sindaci, Vigili del Fuoco, Protezione Civile, Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, volontari nella lotta all’emergenza – afferma il Vicepresidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – Gli incendi di questi giorni, fenomeni mai avvenuti in forma così grave, evidenziano come sia necessario difendere un luogo simbolico, i cui valori sono non solo storici ma rappresentano l’emblema di qualcosa di “tradizionale” che a volte viene messo in secondo piano per rincorrere qualcosa di nuovo mentre dovremmo invece recuperare il senso profondo di ciò che abbiamo”

“Tutti quanti hanno le proprie responsabilità di fronte a ciò che è accaduto. Il Carso di 100 anni fa non è il Carso di oggi in conseguenza di una combinazione di tante scelte. Scelte che hanno anche comportato dei cambiamenti che hanno potenzialmente moltiplicato i fattori che possono aver contribuito alla gravità di quanto accaduto e che oggi, data la pluralità dei soggetti che ad esempio possiedono beni e luoghi sul Carso, devono collaborare insieme per consentire alla natura di ricreare l’ambiente distrutto dalle fiamme” aggiunge l’Assessore regionale alle risorse agroalimentari, forestali, ittiche e montagna, Stefano Zannier.

Saperne di più: https://fondoambiente.it/

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