In moto a 210 km orari in tangenziale: maxi multa e ritiro patente. Nei guai anche un camionista

Udine – Nel periodo post-Covid sono ripresi a 360° i controlli della Polizia Stradale nella Provincia di Udine. Particolare attenzione è stata dedicata alle condotte di guida più pericolose tra cui indubbiamente l’eccesso di velocità.

L’esito dei controlli è stato molto significativo, infatti lungo la tangenziale gli agenti della Sezione, durante un servizio con il “Telelaser Ultralyte” di ultima generazione, hanno fermato un motociclista mentre stava circolando a 210 kmh, superando così di oltre 100 kmh il limite di velocità.

Il conducente si è giustificato dichiarando che “visto il tratto rettilineo non ho resistito ad accelerare per provare le prestazioni del veicolo”, scambiando purtroppo la strada per una pista da corsa.

Il desiderio di velocità però costerà caro al centauro poiché la sua condotta è sanzionata dal Codice della Strada con importi tra 850 a 3.200 Euro e con la sospensione della patente di guida da 6 mesi a 1 anno oltre alla decurtazione di 10 punti.

Il centauro tuttavia non è stato l’unico a provare l’ebbrezza della velocità in questi giorni. Lungo il tratto accantierato dell’autostrada A4 sottoposto al limite massimo di 80 Kmh, un’autovettura è stata sorpresa a circolare ad una velocità di 155 Kmh questa volta dal personale della Stradale di Palmanova. La velocità in questo caso è stata accertata attraverso l’apparecchiatura “Provida” (dispositivo installato su auto di servizio che misura la velocità del veicolo che precede nella marcia).

In entrambi i casi la patente di guida è stata immediatamente ritirata e trasmessa alla Prefettura per il provvedimento di sospensione che varia da 6 mesi ad un’anno ed applicata la sanzione amministrativa di Euro 847,00.

Complessivamente sono state 12 le violazioni accertate nella settimana in corso dalla Polizia Stradale attraverso i predetti controlli per il contrasto al superamento dei limiti, di cui 5 nei confronti di conducenti di mezzi industriali.

L’attività ha comportato la contestazione di sanzioni per oltre 3.400 Euro in una sola settimana.

I mezzi pesanti non sono sfuggiti alle maglie dei controlli: la Sottosezione di Palmanova ha fermato lungo l’autostrada A4 un complesso veicolare “con gruppo frigorifero in regime ATP” immatricolato nell’Est Europa, che stava effettuando un trasporto internazionale di derrate alimentari diretto nel paese di origine con il tachigrafo digitale (la scatola nera dei camion) alterato. Era partito nel bolognese.

Dalla lettura delle stampe e dall’analisi dei dati scaricati, la pattuglia della Stradale ha accertato che, nonostante il conducente si trovasse alla guida, per il tachigrafo l’autoarticolato risultava fermo e l’autista in riposo da circa mezz’ora. Cosa impossibile visto che il mezzo prima di essere fermato presso l’area di servizio di Gonars era stato seguito per un tratto dagli stessi agenti.
Inoltre approfondito ulteriormente il controllo attraverso il software in dotazione alla pattuglia, dalla memoria del tachigrafo emergevano anomalie, dalle quali si desumevano tre falsi periodi di pausa nella medesima giornata.

Il conducente che in un primo momento appariva nervoso ed insofferente al controllo, vistosi scoperto confermava, che poco prima di venir fermato, vista la pattuglia, aveva ripristinato l’attività di guida agendo velocemente mediante un “telecomando” che poi gettava dal finestrino al fine di far scomparire la prova di modifica delle attività di guida.

Non è servito recarsi presso un’officina specializzata al fine di poter scoprire l’alterazione, poichè gli operatori hanno accertato che la parte posteriore del tachigrafo digitale era privo del sigillo di chiusura anti manomissione dei connettori, per cui era evidente che i dati di registrazione del conducente venivano in realtà dallo stesso modificati a suo piacimento, in modo da eludere i controlli di Polizia a dispetto di tutte le regole e della sicurezza della circolazione stradale.

Tali controlli sui tachigrafi digitali servono appunto per smascherare quei conducenti che, di loro iniziativa o costretti dal datore di lavoro, adottano sistemi illeciti per aggirare le verifiche, intervenendo sulla parte informatica dei tachigrafi, per non rispettare i tempi di guida ed i tempi di riposo creando, ovviamente, un pericolo per la circolazione.

Effetto secondario, ovviamente dopo la sicurezza stradale, è che tali controlli impongono una corretta concorrenza di mercato nel settore degli autotrasporti.

L’aver agito in tal modo gli è costato complessivamente oltre 3600 euro, oltre le spese del deposito cui il mezzo è stato sottoposto causa il mancato pagamento su strada delle sanzioni nell’immediatezza del contesto, nonché il ritiro della patente per il successivo provvedimento di sospensione che sarà compresa tra 15 giorni a 3 mesi.

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