Insediato il Consiglio regionale della XII legislatura. Ettore Romoli eletto presidente

Trieste – Si è insediato nella mattina del 22 maggio il Consiglio regionale della XII legislatura della Regione Friuli Venezia Giulia, la cui Giunta è guidata da Massimiliano Fedriga (Lega).

Ad aprire la seduta è stato il consigliere anziano Ettore Romoli, affiancato dai consiglieri più giovani, Simone Polesello e Christian Vaccher. Successivamente i consiglieri hanno giurato fedeltà alla Repubblica, allo Stato e alla Regione. I giuramenti sono stati fatti in italiano, in friulano, in sloveno e anche in tedesco e in latino.

Quindi ha avuto luogo la votazione per l’elezione del Presidente del Consiglio regionale: è stato eletto Ettore Romoli (Forza Italia) con 33 voti a favore su 48 schede valide. Vicepresidenti del Consiglio sono stati eletti Stefano Mazzolini, Lega (29 voti), e Francesco Russo, Pd (12 voti).

Come segretari sono stati eletti Simone Polesello con 28 voti, Christian Vaccher con 27 voti, Cristiano Shaurli con 12 e Igor Gabrovec con 10.

“Ritengo che il Consiglio regionale abbia fatto un’ottima scelta e sono certo che i rapporti con la Giunta saranno ottimi” ha dichiarato il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, commentando l’elezione di Ettore Romoli quale presidente del Consiglio regionale e di Stefano Mazzolini e Francesco Russo quali vice presidenti.

“Ringrazio il Consiglio per la stima e la fiducia che mi è stata accordata – ha detto Romoli nel suo discorso d’insediamento – nella consapevolezza della responsabilità che assumo come presidente dell’Assemblea legislativa che è l’espressione più alta della rappresentatività del Friuli Venezia Giulia”.

“In quest’Aula verranno definiti gli indirizzi e le azioni per la crescita e lo sviluppo della regione e sempre qui saremo chiamati ad affrontare con efficacia e tempestività le sfide che abbiamo di fronte. Per questo dobbiamo puntare alla qualità dei lavori consiliari che devono essere all’altezza del compito che ci è stato assegnato”.

“Le riforme costituzionali degli anni scorsi – ha rimarcato Romoli – hanno ridisegnato i rapporti tra Stato e Regioni e tra queste e le Autonomie locali, in una prospettiva di regionalismo rafforzato e di sussidiarietà. La difesa e la valorizzazione della specialità e dell’autonomia del Friuli Venezia Giulia non va vista in contrasto con un regionalismo differenziato che, sulla base di quanto previsto dall’art. 116, terzo comma, della Costituzione, consenta l’acquisizione di nuove funzioni alle Regioni ordinarie, sulla base di strumenti pattizi con lo Stato. Le trasformazioni economiche e sociali del nostro Paese, che la globalizzazione dei mercati sta delineando da alcuni anni, devono indurci alle sfide e al confronto aperto senza rinchiuderci dentro steccati”.

Il neopresidente ha voluto sottolineare la peculiarità della nostra Regione: “Uno dei connotati essenziali della nostra specialità è il suo pluralismo, l’essere – pur nell’unità regionale – una realtà composita, multiculturale, caratterizzata dalla ricchezza delle espressioni culturali e linguistiche che la compongono e dalla pluralità delle sue articolazioni istituzionali”.

Riguardo alla sanità regionale Romoli ha rimarcato che “Da più parti del territorio regionale sono segnalate in materia sanitaria forti criticità in ordine all’attuazione di una riforma che ha ridefinito gli assetti aziendali e territoriali. Mi riferisco ad esempio alla gestione degli Hub, al loro collegamento agli ospedali di rete e agli esiti dell’attivazione dei centri per le cure primarie, in rapporto alle esigenze e alle aspettative dei cittadini-utenti”.

Riferendosi alla recente abolizione delle Province, il presidente ha evidenziato “la necessità di riaprire subito le fila del confronto e di un dialogo sereno con il mondo delle Autonomie locali, affrontare il tema della valorizzazione delle specificità territoriali, delle diversità linguistiche, del rilancio del Consiglio delle Autonomie, che deve avere un naturale e costante collegamento anche con l’Assemblea legislativa se questa, com’è giusto che sia, deve rappresentarne le istanze”.

“L’attività della Conferenza dei Capigruppo – ha concluso – favorirà il confronto tra maggioranza e opposizione, garantendo alla prima la responsabilità di governo e alla seconda proposte alternative, evitando possibili cadute del dibattito e dell’organizzazione dei lavori in sterili contrapposizioni. Tutti i Gruppi consiliari devono avere come obiettivo primario di assicurare ai lavori d’Aula e delle Commissioni equilibrio, trasparenza e produttività che l’autonomia della struttura del Consiglio rafforza per ottenere livelli adeguati di efficienza e qualità della produzione normativa”.

 

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