L’inflazione rallenta a marzo per la riduzione dei costi dell’energia ma restano in crescita gli alimentari

Roma – Inflazione in discesa a marzo rispetto a febbraio: secondo le stime ISTAT (Istituto centrale di statistica) a marzo è stato registrato un calo dei prezzi pari a 0,4% su base mensile.

Su base annua si registra pure un rapido rientro dell’inflazione, scesa a marzo al 7,6% dal 9,1% di febbraio e dal 10,0% di gennaio.

A determinare il ribasso dell’inflazione di marzo è la componente energetica. I costi delle bollette sul mercato tutelato sono in flessione e c’è anche un rallentamento dell’aumento dei prezzi sul libero mercato.

Nel dettaglio, il rallentamento dell’inflazione si deve alla decelerazione su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (da +40,8% a +18,9%) e all’accentuarsi della flessione di quelli degli energetici regolamentati (da -16,4% a -20,3%).

Gli effetti di questa frenata sono stati solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi degli alimentari non lavorati (da +8,7% a +9,1%), di quelli dei servizi relativi all’abitazione (da +3,3% a +3,5%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +6,1% a +6,3%) e dei tabacchi (da +1,8% a +2,5%).

Prezzi a Trieste

A marzo 2023 la stima definitiva dell’indice generale dei prezzi al consumo nella città di Trieste ha registrato una diminuzione dello 0,2% rispetto a febbraio e un aumento del 6,6% rispetto a marzo 2022.

Nel precedente mese di febbraio 2023 le due variazioni erano state rispettivamente del +0,2% e del +8,1%.

Nel capoluogo regionale, in un mese sono aumentate in particolare le voci Servizi ricettivi e di ristorazione (+1,2%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+1,1%) Abbigliamento e calzature (+0,4%), Bevande alcoliche e tabacchi (+0,3%), Trasporti e Ricreazione, spettacoli e cultura (entrambi +0,2%).

In calo le voci Abitazione, acqua, energia elettrica, gas e altri combustibili (-6,6%), Comunicazioni (-1%) e Mobili, articoli e servizi per la casa (-0,1%). Stabili le voci Istruzione e Servizi sanitari e spese per la salute. A livello tendenziale, l’indice dei prezzi delle bollette è aumentato del 10,7%.

In un anno sono saliti anche, tra gli altri, i prezzi di Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+11,6%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+8,7%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+7%), Abbigliamento e calzature (+5%), Bevande alcoliche e tabacchi (+4,6%), Ricreazione spettacoli e cultura (+3,8%),Trasporti (+3,1%), Servizi sanitari e spese per la salute (+2%). 
In calo solo la voce Istruzione (-0,1%).

Prezzi a Udine

A marzo 2023 la stima definitiva dell’indice generale dei prezzi al consumo nella città di Udine ha registrato una diminuzione dello 0,4% rispetto a febbraio e un aumento del 7,4% rispetto a marzo 2022.

A Udine, da gennaio a febbraio sono cresciute in particolare le voci Abbigliamento e calzature (+0,9%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+0,8%), Bevande alcoliche e tabacchi (+0,4%) e Servizi ricettivi e di ristorazione e Ricreazione, spettacoli e cultura (entrambi +0,3%), Servizi sanitari e spese per la salute (+0,1%).

In calo la voce Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (-6,6%), Mobili e articoli per la casa (-0,3%), Comunicazioni (-0.1%). Stabili invece i prezzi legati all’Istruzione e ai Trasporti.

Su base annua, l’aumento maggiore si osserva alle voci Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+13,8%), Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+11,6%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+8,1%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+7,9%), Abbigliamento e calzature (+5,7%), Ricreazione spetttacoli e cultura (+5%), Bevande alcoliche e tabacchi (+4,8%), Servizi sanitari e spese per la salute (+2,6%), Trasporti (+2,3%). Nessuna voce in calo, dato che sono aumentati anche Comunicazioni (+0,7%) e Istruzione (+0,3%).

Le associazioni dei consumatori: frenata dell’inflazione è un’illusione

“La frenata dell’inflazione registrata a marzo dall’Istat è purtroppo una illusione ottica dovuta al ribasso delle bollette di luce e gas, mentre i beni più acquistati dalle famiglie, dagli alimentari al carrello della spesa, continuano a crescere a ritmi vertiginosi”. Lo afferma il Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e la tutela dei diritti di utenti e consumatori), commentando i dati diffusi dall’Istat.

“Il ribasso dell’inflazione – sostiene il Codacons – è dovuto ancora una volta unicamente alla discesa delle tariffe di luce e gas sul mercato tutelato e su quello libero, ma per tutti gli altri prodotti siamo ancora in presenza di una emergenza prezzi, con il carrello della spesa che sale del 12,6% su anno. L’inflazione al 7,6% equivale ad una maggiore spesa pari a 2.223 euro annui per la famiglia tipo che sale a 2.879 euro per un nucleo con due figli”.

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