Mortalità e case di riposo in regione, la relazione del vicepresidente Riccardi

FVG – “In Friuli Venezia Giulia operano 170 strutture residenziali per anziani, con 10.930 posti letto complessivi; in 24 di queste sono stati registrati 270 casi di positività al Covid-19 tra gli ospiti. Secondo i dati aggiornati a ieri, i decessi tra gli ospiti delle case di riposo sono stati 90, ma 54 di essi si sono verificati in ospedale e nel 95 per cento dei casi si è trattato di persone con pluripatologie e un’età media di 83,9 anni. La letalità del Covid-19 nella nostra regione si attesta al 7,44 per cento contro il 12,67 per cento registrato a livello nazionale”.

Lo ha dichiarato il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, nell’ambito del confronto con i rappresentanti regionali delle principali sigle sindacali, che ha seguito la riunione avuta con i rappresentanti dell’ambito sociosanitario afferente all’Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontino (Asugi).

In merito alla diffusione del contagio all’interno delle strutture per anziani, la stampa locale aveva riferito situazioni al limite della criticità.

Il vicepresidente Riccardi ha spiegato che “il numero di contagi tra il personale delle case di riposo, che non è afferente al Servizio sanitario regionale, si attesta su 230 unità, pari al 3,83 per cento del totale. Di questi, 164 hanno dichiarato di aver contratto l’infezione sul posto di lavoro, 63 non hanno idee di come hanno contratto la malattia e 3 al di fuori del luogo di lavoro. Inoltre, in base alle proiezioni dei dati elaborata dall’Istituto superiore di sanità, il tasso di mortalità rispetto ai decessi totali e tra i Covid positivi con sintomi influenzali nelle strutture residenziali e socioassistenziali al 6 aprile per il Friuli Venezia Giulia si attesta sullo 0,5 per cento, il quarto più basso d’Italia”.

Il vicegovernatore ha rimarcato che “l’età elevata della popolazione e l’agglomerazione urbana sono fattori che hanno sicuramente inciso sulla diffusione del Covid-19 a Trieste. A questi due elementi si è aggiunta la forte presenza di strutture residenziali per anziani di dimensioni medio-piccole, dove sono stati registrati numerosi casi di infezione. Dobbiamo puntare alla massima collaborazione tra istituzioni, evitando polemiche e ricordandoci dell’importanza della solidarietà per la quale la nostra Regione si è sempre distinta”.

In merito all’area triestina, Riccardi ha sottolineato che “la questione da affrontare è come garantire i servizi sociosanitari e tutelare la salute delle persone fragili, a partire proprio da quelle che si trovano nelle case di riposo. In linea di massima puntiamo a non sradicare gli anziani dal proprio ambiente, garantendo maggiore supporto anche attraverso il supporto che le Unità speciali di continuità assistenziale (Usca) potranno fornire in loco. Al tempo stesso dobbiamo trasferire le persone contagiate dalle case di riposo che non sono in grado di assicurare un’adeguata separazione tra infetti e sani”.

Toccando il tema dei dispositivi di protezione, Riccardi ha spiegato “la Regione ha garantito con risorse proprie l’85 per cento dei Dpi a disposizione del Ssr e che questo è un problema con il quale tutto il Paese si sta confrontando”.

Riguardo alle prossime fasi della gestione dell’emergenza Riccardi ha chiarito che “la Regione dovrà modulare le misure adottate sulla base delle prossime decisioni del Governo. Di certo il sistema sanitario del Friuli Venezia Giulia ha già messo in campo molte risorse e la crisi ha drenato molte energie, per cui gestire una seconda onda di infezioni, causata da un allentamento delle misure di distanziamento sociale in presenza di persone affette da Covid-19 ma asintomatiche, potrebbe metterlo in difficoltà. Fino a quando non avremo a disposizione evidenze scientifiche che garantiranno elementi di protezione dal virus non sarà possibile tornare alla normalità”.

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