No alla partita di calcio tra Italia e Israele a Udine, la petizione raggiunge 20mila firme. Il sindaco di Udine: match da rinviare

La partita di calcio tra Italia e Israele, in programma il 14 ottobre a Udine e valida per le qualificazioni ai Mondiali 2026, è al centro di un acceso dibattito politico. Alla base della contestazione c’è una petizione online che ha raccolto circa 20mila firme per chiedere lo stop all’incontro, sostenendo che non sia opportuno disputarlo mentre è in corso la guerra a Gaza.

“Mentre le vittime palestinesi continuano a crescere di giorno in giorno, mentre Gaza è ridotta in macerie e le code per il cibo sono solo delle trappole per sparare sulla popolazione ridotta alla fame, che il calcio vada avanti come se nulla fosse è particolarmente inaccettabile. Che lo sport sia ridotto a strumento di propaganda e di normalizzazione del genocidio è insopportabile, e che succeda a casa nostra, nei nostri stadi, è intollerabile” si legge nell’invito a firmare contro lo stop.

A questo movimento si è aggiunta la voce del sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, che in un’intervista al Messaggero Veneto ha definito la partita “inopportuna” e ne ha proposto il rinvio a data da destinarsi, evidenziando anche i possibili rischi per l’ordine pubblico e ricordando che in città si sono già svolte manifestazioni di dissenso.

Le associazioni che da tempo portano avanti mobilitazioni di solidarietà con la Palestina – tra cui il Comitato per la Palestina Udine, la comunità palestinese del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, Salaam Ragazzi dell’Olivo, Calcio e Rivoluzione e Bds Italia – hanno accolto con freddezza l’ipotesi che la Figc possa devolvere l’incasso della partita a organizzazioni umanitarie attive a Gaza. Secondo queste realtà, si tratterebbe di un gesto tardivo e insufficiente, che non affronta la questione politica di fondo. Le stesse associazioni ribadiscono la richiesta di interrompere ogni rapporto sportivo con Israele e chiedono alla Figc, così come a Fifa e Uefa, l’esclusione del Paese dalle competizioni internazionali. Hanno inoltre annunciato che il 14 ottobre saranno a Udine per una manifestazione di protesta.

La gestione dello stadio spetta all’Udinese, mentre la decisione di ospitare la gara è della Figc, che la organizza in coordinamento con la Uefa.

Il Comune non ha competenza diretta sull’evento sportivo, ma segue gli aspetti legati alla sicurezza e all’ordine pubblico insieme alla Prefettura.

Sul fronte politico locale, l’opposizione in consiglio comunale ha espresso contrarietà all’ipotesi di rinvio, sostenendo che lo sport, al pari della cultura, non debba essere trascinato nell’agone politico. In un comunicato i consiglieri di Fratelli d’Italia hanno richiamato le parole della premier Giorgia Meloni al Meeting di Rimini, definendo “una censura illiberale” le richieste di esclusione di Israele dalle competizioni sportive.

A livello nazionale il governo ha confermato l’intenzione di non modificare la programmazione. I ministri Andrea Abodi e Matteo Salvini hanno ribadito che la partita si svolgerà regolarmente, una posizione interpretata dalle associazioni promotrici della protesta come un intollerabile, ulteriore segnale di sostegno a Israele.

La partita al momento resta confermata, ma sull’incontro incombe un clima di forte tensione politica e di ordine pubblico.

 

Condividi