Il giudice di Trieste riapre le indagini sul caso della signora Resinovich, scomparsa il 14 dicembre 2022 e ritrovata morta il 5 gennaio 2023

Trieste – Il Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Trieste Luigi Dainotti, con ordinanza emessa il 13 giugno, ha disposto nuove indagini, approfondimenti e consulenze in merito al caso della defunta signora Liliana Resinovich. Approfondimenti rispetto ai quali è funzionale la disposta iscrizione a carico di ignoti dell’ulteriore reato di omicidio volontario.

La signora Resinovich era scomparsa da casa il 14 dicembre 2021. Il suo corpo senza vita fu ritrovato il 5 gennaio 2023 poco distante dalla casa dove abitava con il marito, Sebastiano Visintin.

Il luogo del ritrovamento era situato nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico cittadino. La testa della signora Resinovich era avvolta in due sacchetti di plastica e il corpo chiuso in due sacchi, infilati uno dall’alto e l’altro dal basso.

I parenti della vittima avevano chiesto un proseguimento delle indagini, sostenuto da una serie di osservazioni contenute negli atti di opposizione e nelle successive memorie.

La Procura invece aveva chiesto l’archiviazione della vicenda, propendendo per un atto estremo della vittima.

La relazione del giudice

Nella relazione, il giudice ha premesso che “vanno in primo luogo sottolineati lo scrupolo e la meticolosità con cui sono state svolte dagli inquirenti le indagini sulla scomparsa e sulla morte di Liliana Resinovich, per cui talune critiche violente rivolte nei loro confronti sono certamente ingenerose”.

“Gli accertamenti – prosegue la relazione – sono stati lunghi e approfonditi, come richiedeva una vicenda del genere, ed hanno portato alla richiesta di archiviazione del PM, sulla base dell’assunto che la povera Liliana Resinovich si sia suicidata e che nulla possa far ipotizzare diverse ipotesi penalmente rilevanti”.

“Anche il lavoro delle parti offese opponenti è stato meticoloso e approfondito, animato dal desiderio di raggiungere quella verità, non sempre afferrabile in casi di morte violenta, per mano propria o altrui”.

“E proprio dall’attenta attività di verifica del materiale probatorio in atti – così ancora la relazione – sono venuti dagli opponenti notevoli spunti di indagini ulteriori, il cui espletamento appare utile e necessario, per poter alfine chiudere processualmente la fase delle indagini preliminari della dolorosa vicenda, nella consapevolezza di aver compiuto tutto quanto possibile per arrivare all’accertamento delle cause del decesso di Liliana Resinovich, se per mano propria o altrui”.

“Scopo dell’attività di indagine, richiesta dagli opponenti e disposta da questo GIP, è quello di verificare se sia possibile accertare le cause e l’epoca della morte di Liliana Resinovich”.

“Del resto lo stesso Pubblico Ministero, nella richiesta di archiviazione, ipotizza come possibile che il decesso della donna sia avvenuto il giorno stesso della scomparsa (14/12/2021), e che per un singolare concorso di circostanze il cadavere (rinvenuto il 5/1/2022) abbia presentato uno stato di conservazione tale da ingannare i consulenti del Pubblico Ministero, i quali hanno collocato la morte di Liliana 48/60 ore prima del ritrovamento. I consulenti delle parti offese hanno fondatamente mosso dei rilievi all’attività e all’elaborato dei consulenti del Pubblico Ministero, offrendo spunti di ulteriori investigazioni, utili per verificare la possibilità di accertare, oltre alle cause, anche la data del decesso”.

“Altri accertamenti paiono necessari per verificare la possibilità di pervenire ad una ricostruzione più dettagliata dei movimenti di Liliana Resinovich il giorno della scomparsa, nonchè di quelli delle persone a lei più vicine (a titolo esemplificativo il marito, Sterpin, Covalero) tra il 14/12/2021 e il 5/1/2022”.

“In definitiva – conclude la relazione del GIP – allo stato rimane da compiere, a cura del PM, un ulteriore sforzo investigativo, onde esplorare ogni concreta possibilità per fugare i dubbi ancora esistenti sulle cause e sulla data della morte di Liliana Resinovich, alla luce delle dettagliate memorie delle parti opponenti, non conosciute dal Pubblico Ministero, in quanto non presente all’udienza del 5/6/2023”.

Il GIP dispone quindi l’espletamento, da parte del Pubblico Ministero, di ulteriori 25 attività di indagine, previo accertamento della fattibilità materiale delle stesse. Tali ulteriori indagini sono desunte dagli articolati atti di opposizione alla richiesta di archiviazione.

La nota del Procuratore di Trieste

“La Procura – informa il procuratore della Repubblica di Trieste Antonio De Nicolo in una nota diffusa poco dopo l’ordinanza del giudice – procederà all’esecuzione delle articolate attività indicate dal Giudice delle indagini preliminari con la stessa determinazione ed attenzione profuse fin dall’inizio della presente vicenda, allo scopo di chiarire per quanto possibile tutte le circostanze del fatto, d’individuare tutti gli ipotizzabili reati commessi in danno della signora Resinovich e – se la sussistenza di detti reati risulterà confermata dagli esiti delle investigazioni suppletive – d’identificarne gli autori. Questo Ufficio si avvarrà ancora dell’ausilio della Squadra Mobile della Questura di Trieste ed individuerà con cura gli idonei specialisti cui affidare le svariate e complesse attività consulenziali indicate dal Giudice”.

“Lo scrivente – conclude De Nicolo – si augura che il provvedimento emesso dal Giudice delle indagini preliminari contribuisca a mantenere, d’ora in poi, la vicenda entro gli stretti binari istituzionali dell’investigazione giudiziaria, senza le indebite incursioni troppe volte compiute in passato nell’effimero mondo dei social media e dei talk show.

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