Osservatorio economico semestrale Fvg: segnali di tenuta, ma il contesto resta incerto
Udine – Nonostante un quadro internazionale ancora instabile, il sistema economico del Friuli Venezia Giulia conferma la propria capacità di tenuta e reattività. È quanto emerge dalla presentazione dell’Osservatorio semestrale sull’economia del Fvg, curato dalla Camera di commercio Pordenone-Udine, che fotografa un’economia regionale in cerca di nuovi sbocchi, sostenuta dalla solidità occupazionale e da un sistema imprenditoriale capace di adattarsi.
La conferenza stampa, tenutasi martedì 6 maggio, si è aperta con l’intervento del presidente camerale Giovanni Da Pozzo, seguito dall’analisi macroeconomica dell’economista Marco Martella, già direttore della sede di Trieste di Banca d’Italia, e dall’approfondimento dei dati regionali a cura di Elisa Qualizza, responsabile del Centro Studi Cciaa. Le conclusioni sono state affidate all’assessore regionale alle attività produttive e turismo Sergio Emidio Bini.
Diversificazione dell’export e mercati emergenti
«L’export verso Stati Uniti e altri mercati-chiave resta un pilastro per la crescita – ha affermato Da Pozzo –. Le imprese del Fvg sanno innovare, reagire, adattarsi ai cambiamenti». Il presidente ha sottolineato l’importanza di esplorare nuovi mercati extra-Ue, indicati anche dal recente Piano d’Azione per l’export del Ministero degli Esteri. I dati parlano chiaro: tra il 2019 e il 2024 l’export regionale verso la Svizzera è cresciuto del 385%, verso il Regno Unito del 90%, Arabia Saudita +148%, Messico +160%, Brasile +113%.
Tra i settori trainanti si confermano gomma e plastica, metalli, tecnologia, elettronica, apparecchi elettrici, meccanica e arredo, comparti nei quali le imprese regionali stanno già rafforzando la propria presenza nei mercati emergenti come Turchia, Cina, India, Emirati, Serbia e Sudafrica.
Rallenta la manifattura, ma crescono i servizi
Dal lato interno, i dati confermano la tenuta del tessuto imprenditoriale. Nel 2024 in Fvg si registra una crescita contenuta (+0,19%), con 184 imprese in più rispetto al 2023. In particolare, crescono le società di capitale (+2,4%), mentre calano le altre forme giuridiche.
Il settore dei servizi segna la performance migliore (+1,8% complessivo): crescono le attività professionali, scientifiche e tecniche (+109 imprese), i servizi alle imprese (+70) e le altre attività di servizio (+103). Le costruzioni mostrano ancora un contributo positivo (+215 imprese), anche se l’effetto traino sembra in attenuazione.
Mercato del lavoro: turismo e costruzioni in espansione
Nel periodo 2019-2024 si è assistito a un significativo aumento delle entrate lavorative nel turismo (+56%) e nelle costruzioni (+50%), secondo le elaborazioni del Centro Studi su dati Excelsior. Solo nell’aprile 2025, le richieste di assunzione nel turismo sono cresciute del 3% rispetto allo stesso mese del 2024, mentre nel settore edilizio l’aumento è stato dell’1,5%.
Uno scenario globale incerto
A livello internazionale, l’economista Marco Martella ha sottolineato l’impatto delle tensioni commerciali e dell’annuncio di nuovi dazi da parte degli Stati Uniti, che hanno determinato una fase di volatilità nei mercati valutari e delle materie prime. Secondo le stime della Banca d’Italia, il Pil italiano crescerà dello 0,6% nel 2025, dello 0,8% nel 2026 e dello 0,7% nel 2027, con consumi in ripresa ma investimenti ancora deboli. Le costruzioni beneficiano ancora dell’effetto Pnrr, ma la manifattura rischia di subire contraccolpi dai nuovi equilibri commerciali.
Le conclusioni dell’assessore Bini
«Siamo in un periodo in cui è difficile fare previsioni – ha dichiarato Bini –. Tuttavia, nei primi mesi del 2025 abbiamo già segnali positivi. Il Fvg può contare su politiche attive per sostenere il sistema produttivo, come il credito agevolato, molto apprezzato dalle imprese». L’assessore ha ribadito la necessità di esplorare nuovi mercati, in un contesto in cui anche le rotte internazionali stanno cambiando rapidamente.