Porto di Trieste, la ditta Depositi Costieri affonda nei debiti. Si profila l’esercizio provvisorio

Trieste – La Depositi Costieri Trieste spa non è più in grado di fare fronte neppure alle spese correnti. Lo si è appreso nel corso dell’udienza prefallimentare davanti al giudice, Riccardo Merluzzi, fissata in seguito all’istanza di fallimento depositata dalla Procura il 22 dicembre scorso.

La società, che opera nello scalo triestino, ha maturato uno stato di insolvenza determinata – come spiega una nota del Procuratore della Repubblica di Trieste, Carlo Mastelloni – da debiti nei confronti dell’Agenzia delle Dogane per oltre 30 milioni di euro.

“Alla richiesta di fallimento – specifica la nota – si sono associati anche gli amministratori straordinari nominati dal Prefetto il 10 gennaio, oggi presenti personalmente e rappresentati dall’Avvocatura dello Stato”.

All’udienza non era presente nessuno per la precedente amministrazione della Dct né sono state depositate memorie o presentate istanze. Le parti hanno formulato istanza congiunta di esercizio provvisorio.

La ditta aveva accumulato il debito milionario verso il fisco nel corso degli ultimi tre anni, per il mancato pagamento delle accise.

Successivi controlli delle forze dell’ordine, avviati in seguito alla vendita della spa alla Life i cui vertici sono campani, hanno accertato all’interno della Depositi la presenza di un dipendente condannato in passato per associazione mafiosa.

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