Presentato al Centro Balducci di Zugliano il Dossier Immigrazione 2025
Udine – È stato presentato martedì 4 novembre al Centro Balducci di Zugliano, in collegamento con la presentazione nazionale, il 35° Dossier Statistico Immigrazione del Centro Studi e Ricerche IDOS, il principale strumento di riferimento sulla realtà migratoria in Italia. Un volume che secondo don Paolo Iannaccone, presidente del Centro Balducci, «aiuta a sfatare false credenze, a partire dall’idea di una presunta invasione, che i numeri smentiscono».
A illustrare i dati relativi al Friuli Venezia Giulia è stato Paolo Attanasio, co-autore del Dossier e referente regionale IDOS. «La presenza straniera è cresciuta soprattutto sul piano quantitativo, ma non su quello del riconoscimento sociale e professionale» ha spiegato, sottolineando quello che definisce «un paradosso»: da un lato il fabbisogno regionale di manodopera arriverà a 100 mila lavoratori nei prossimi anni, dall’altro il decreto flussi assegna al Fvg solo 1.200 persone. «Perché non attingere al bacino di disoccupati già presenti sul territorio, italiani e stranieri?» è la domanda posta da Attanasio.
Il quadro tracciato dal Dossier mostra una presenza migrante ormai strutturale nella regione, anche a causa della diminuzione della popolazione autoctona. Nella fascia 30-44 anni gli stranieri rappresentano il 19,4%; nelle scuole gli alunni senza cittadinanza italiana sono oltre 14.000, pari al 15% degli iscritti, anche se nei licei la percentuale scende al 7%. Due studenti su tre sono nati in Italia ma restano formalmente “stranieri” per effetto della legge sulla cittadinanza del 1992.
Nel mondo del lavoro gli stranieri costituiscono oltre l’11% degli occupati, ma restano più esposti alla disoccupazione (11% contro il 3,5% degli italiani) e agli infortuni, in aumento dello 0,2% nel 2023, mentre per i lavoratori italiani si registra un calo dell’8,1%. La distanza tra esigenze produttive e politiche migratorie resta evidente: mentre la Regione prevede un fabbisogno di 100 mila lavoratori, appena 1.200 ingressi sono autorizzati dal decreto flussi.
Il contributo dei migranti all’economia, invece, è in espansione: le imprese guidate da cittadini stranieri sono 14.025, il 14,5% del totale, in aumento del 4,4% in un anno, mentre quelle a conduzione italiana sono diminuite dell’1,1%. Un dato che convive con un’altra cifra significativa: quasi 211 mila corregionali risultano emigrati all’estero, il doppio delle persone straniere residenti in Friuli Venezia Giulia.
Secondo il Dossier, la convivenza tra italiani e stranieri somiglia più a una coabitazione forzata che a una piena integrazione: «separati in casa», con percorsi di vita divergenti. Gli stranieri sono mediamente più giovani, gli italiani sempre più anziani e in calo demografico. Eppure, segnali di radicamento esistono: il 45% dei residenti stranieri è titolare di un permesso di lungo periodo e nel 2024 le concessioni di cittadinanza hanno toccato quota 5.372.
Uno dei capitoli più delicati del Dossier riguarda lo sfruttamento del lavoro agricolo, fenomeno che in Fvg resta spesso invisibile. Il settore primario, che nel 2022 ha generato 550 milioni di valore aggiunto, impiega oltre 17.500 persone, di cui quasi 8.000 straniere. Tra queste, un numero crescente è composto da richiedenti asilo arrivati dalla rotta balcanica: oltre 4.000 sono in accoglienza, il 94% in Centri di Accoglienza Straordinaria, condizione che li rende facilmente ricattabili, costretti a lavorare in fretta, spesso senza conoscere lingua, diritti e regole.
Il Dossier mette quindi in evidenza un sistema nel quale la presenza straniera aumenta in ogni ambito – scuola, economia, lavoro, cittadinanza – ma continua a scontare squilibri strutturali, riconoscimento parziale e barriere sociali. Numeri che certificano una realtà ben diversa dal dibattito pubblico: nessuna invasione, semmai un lento riequilibrio demografico e la richiesta, sempre più urgente, di politiche fondate su integrazione, lavoro regolare e piena cittadinanza.

